Lettera aperta di docenti del Liceo Tasso, Roma
I docenti del Liceo Tasso di Roma esprimono sgomento e profonda delusione nell’apprendere la decisione ministeriale di procedere comunque allo smembramento di due classi del secondo anno, nel passaggio al […]
I docenti del Liceo Tasso di Roma esprimono sgomento e profonda delusione nell’apprendere la decisione ministeriale di procedere comunque allo smembramento di due classi del secondo anno, nel passaggio al […]
I docenti del Liceo Tasso di Roma esprimono sgomento e profonda delusione nell’apprendere la decisione ministeriale di procedere comunque allo smembramento di due classi del secondo anno, nel passaggio al triennio. Si rammaricano inoltre che disposizioni analoghe siano state adottate nei confronti degli altri istituti scolastici, persino nei casi di classi intermedie ai cicli didattici biennali e triennali.
La media di 21 alunni delle classi seconde del nostro Liceo, quest’anno tutti ammessi alla classe successiva, avrebbe comunque richiesto l’implementazione di misure specifiche (es. turnazioni per consentire l’uso delle aule più ampie) al fine di assicurare agli studenti il diritto allo studio in presenza in piena sicurezza.
Mantenere la ratio di 27 alunni per classe, considerata l’emergenza sanitaria in corso a livello mondiale, è incomprensibile, assurdo e incoerente con l’obiettivo di assicurare l’effettiva ripresa della didattica in condizioni di sicurezza a partire dal mese di settembre.
Le scelte ministeriali si muovono in direzione opposta a quelle attuate da parte degli altri governi europei (es. Spagna, che ha investito 2 miliardi di euro per garantire il limite massimo di 15 alunni per classe in tutto l’anno scolastico 2020/21), e contraddicono le intenzioni proclamate di consentire a tutti gli studenti di riprendere la didattica in presenza in piena sicurezza nel nuovo anno scolastico.
Superata la condizione emergenziale dei tre mesi trascorsi, è dovere costituzionale studiare e adottare gli accorgimenti e modalità per assicurare a tutti gli alunni e gruppi classe di lavorare in presenza con i propri docenti. La scuola in presenza – con il tessuto umano, relazionale, sociale e il continuo dialogo educativo che la caratterizzano in modo insostituibile – costituisce l’unica forma didattica che può consentire il raggiungimento degli obiettivi di apprendimento di conoscenza, abilità, competenza e trasversali, declinati inclusivamente nei confronti di tutti gli alunni, specialmente coloro che presentano speciali bisogni educativi.
Per la formazione di relazioni umane ed educative nei gruppi classe sono necessari tempi distesi in presenza. Nella situazione emergenziale dei tre mesi di confinamento sociale (stretto nei primi due mesi, alleggerito il terzo) è stata possibile una didattica emergenziale a distanza (che pure non è riuscita a raggiungere con piena efficacia tutti, specialmente i meno tutelati) solo grazie al contestuale dispendio di energie dei genitori (spesso a propria volta impegnati in attività lavorative da remoto) e la valorizzazione di tutto il patrimonio relazionale – interno alle classi e tra alunni e docenti – pazientemente costruito nei precedenti mesi di scuola in presenza. Anche per questo motivo la decisione di smembrare gruppi classe già formati e consolidati, nell’attuale situazione si rivela irrazionale e fortemente contraddittoria.
Federica Berto, Stefania Cecchini, Giuliano Cianfrocca, Patrizia Concetti, Maria Luisa Costantini, Marco Damiani, Massimo D’Arco, Luigi De Luca, Fabio De Propris, Antonella Del Buono, Mauro Di Lisa, Laura Di Muzio, Antonella Forgelli, Fabrizio Fringuelli, Grazia Garofalo, Gabriella Lanza, Marina Longo, Manfredi Mannato. Guglielmo Mochi Onori, Irene Paniccia, Massimo Pieggi, Giuseppina Pirro, Susanna Possidoni, Antonella Resciniti, Marco Romano, Marcella Sorano, Paola Tassini, Giuseppe Valente, Teresa Vanalesti, Sergio Ventura, Rossella Vuolo
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