Quasi vent’anni fa Sergio Luzzatto si chiedeva quale altro nome, invece di fascismo, avrebbe assunto quel fenomeno di rimozione/rifiuto della Resistenza e dei suoi esiti (la Costituzione). Esito che era ormai diventato, esplicitamente, importante componente dell’antropologia culturale italiana e delle sue espressioni politiche. «Probabilmente – scriveva – quel nuovo “ismo” ancora da battezzare, sarà una miscela di rigurgito patriottico e di anelito mistico, di religione del mercato e di ideologia dello scontro tra civiltà: sarà un “totalitarismo democratico” che pretenderà di far coincidere la globalizzazione economica con l’occidentalizzazione politica e culturale del pianeta, una guerra dopo l’altra, sempre più respingendo...