I miei nonni restavano in città. Non era consuetudine, non c’erano i soldi, restavano per vederci partire, restavano ad aspettare il ritorno. Così per me bambina l’estate non era il viaggio, non era la vacanza, non era la smacchinata nella 128 gialla niente cinture né specchietto retrovisore, ma un piccolo mangianastri tenuto sulle gambe per chilometri infiniti. No, no: per me l’estate era il balcone dei miei nonni. Cominciava lì: come una proiezione, qualcosa di indefinito, sentivi che arrivava ma era imprendibile, è rimasta imprendibile. Io voglio l’estate ma non la raggiungo mai. In estate il balcone dei miei nonni...