L’esperienza affettiva della perdita  afferrabile solo se tradotta in stile letterario
Francesco Hayez., Malinconia
Alias Domenica

L’esperienza affettiva della perdita afferrabile solo se tradotta in stile letterario

«Nostalgia. Storia di un sentimento» a cura di Antonio Prete, da Cortina
Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 15 aprile 2018
«Era già l’ora che volge il disio / ai navicanti e ’ntenerisce il core / lo dì ch’han detto ai dolci amici addio…»: uno degli incipit più incantevoli e intensi della Commedia, l’VIII del Purgatorio, dà figura e forma di parola alla finitudine del tempo e dello spazio, alla lontananza e alla nostalgia che ne consegue. L’addio è il protagonista di questo avvio mirabile, che è nella memoria di tutti. Il saluto «per sempre» a chi si ama e al «tempo che fu»; un «mai più» che si traduce in memoria di tenerezza e in un desiderio di riscatto che...
Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi