Andy Jones è uno chef di talento e lavora in un ristorante di Londra tra i più rinomati. Deve soddisfare una clientela eterogenea, dall’intenditore di vini e cibi che valuta attentamente sapori e accostamenti, al consumatore meno raffinato che giudica la bontà di un prodotto dal suo prezzo. Persone gentili, arroganti, desiderose di essere in un posto alla moda, che non sono lì per ordinare una pietanza qualsiasi prima di andare a teatro. E poi, tra i tavoli, qualche sorpresa, ad esempio l’ex capo ora diventato una celebrità televisiva, che tutti riconoscono quasi si trattasse di una rockstar.

AL DI LÀ degli avventori, la sensazione è che Andy sosti sul limite di un precipizio, incerto se resistere alla vertigine o lasciarsi andare. I legami famigliari sono logori, la salute è precaria, il ristorante produce uno stress difficile da gestire.
Boiling Point – Il disastro è servito di Philip Barantini, comunque, non è il ritratto di un uomo ormai arrivato a un punto di rottura. Nel quadro è compreso il personale del locale. Individui con storie diverse, con motivazioni proprie, con urgenze che spesso interferiscono con la professione. Una squadra che dovrebbe agire all’unisono e che invece dà l’impressione di seguire delle traiettorie destinate a una fragorosa collisione.
Un caos in contrasto con il punto di vista del regista che in un unico piano sequenza segue le sorti di Andy e dei suoi compagni d’avventura (o antagonisti) in modo trascendente, alla maniera di un occhio divino che intercetta le vicende umane senza prendere posizione, limitandosi a esibirle.

PIÙ che la performance, a colpire è questa visione claustrofobica della vita lavorativa e, soprattutto, dell’esistenza ridotta a pura mansione e soggetta alle continue verifiche del proprietario, del superiore, del collega, del cliente, del critico, dell’impiegato dell’ufficio d’igiene. Nessun vero desiderio, pochi sentimenti, molte minacce, sfoghi verbali, a testimonianza di quanto lo spazio pubblico, seppur nato per finalità commerciali, si sia svuotato di ogni elemento autenticamente conviviale.
Boiling Point non esaurirà il suo percorso con l’uscita in sala. BBC ha deciso di farne una serie televisiva. Le potenzialità vi sono, come in ogni racconto che si apre al senso intimamente plurale della vita. E forse, usciti da quel freddo e impietoso sguardo divino, torneranno in campo e controcampo desideri e sogni.