L’eredità da 5 miliardi nel risiko fra i cinque figli, Fascina e Vivendi
La torre di Mediaset – Foto LaPresse
Economia

L’eredità da 5 miliardi nel risiko fra i cinque figli, Fascina e Vivendi

Succession La famiglia e la guerra per il controllo di Mediaset, Mondadori e Mediolanum. I francesi alla finestra, pronti a comprare
Pubblicato più di un anno faEdizione del 14 giugno 2023

Dal punto di vista politico, Berlusconi è stato il più longevo presidente del consiglio della storia repubblicana. Della sua azione di governo, nondimeno, non è rimasto quasi niente. Difficile ricordare qualcosa che abbia cambiato in meglio la vita degli italiani. Ha cambiato però la politica del nostro paese, ma in peggio. E di questo cambiamento non abbiamo ancora finito di pagare il conto. Se la sua eredità di statista è quella che è, la stessa cosa non si può dire della sua eredità di imprenditore. Patrimonio, soldi. Il capo di un impero: 5 miliardi di euro di fatturato, 200 mila dipendenti.

Il centro di gravità di tutto è la storica Fininvest, struttura governata con 7 holding. Di queste, Berlusconi ne controlla quattro col 61,21%. Ma non è finita qui. Berlusconi domina direttamente in Mfe (MediaForEurope ex Mediaset) col 47,9%, in Mondadori (53,3%), in Banca Mediolanum (30%) e nella società che gestisce il Teatro Manzoni (100%). Per gli immobili c’è invece la Dolcedrago, di cui Berlusconi è proprietario assoluto, come lo è della Società sportiva Monza 1912.

Il gruppo MediaforEurope, sede legale è in Olanda, è guidato dal figlio Pier Silvio, in qualità di amministratore delegato, e da Fedele Confalonieri, nella veste di presidente. Nel 2021, i suoi ricavi netti (gli incassi) sono stati pari a 2,9 miliardi di euro (utile netto di 374 milioni). Una crescita dell’11% rispetto all’anno prima (+169% l’utile rispetto al 2019). Per la raccolta pubblicitaria ci sono due società: Publitalia ’80 e Digitalia ’08. All’estero, Publiespana, che opera in Spagna, e Publieurope, che ha sede a Londra. Per il settore online c’è la Mediamond, concessionaria partecipata con Mondadori. L’ex Mediaset, infine, detiene anche il 40% di 2i Towers, azienda specializzata nella gestione delle infrastrutture per radio, tv e telecomunicazioni, ed il 29,9% di Prosieben, emittente televisiva tedesca attiva dagli anni Novanta.

A capo della Mondadori ci sono invece Marina Berlusconi (presidente) e Antonio Porro (amministratore delegato). Parliamo del più grande editore di libri italiano, che nel 2022 ha avuto ricavi netti per 903 milioni di euro e un utile di 52 milioni, il più alto degli ultimi 15 anni.

Fininvest controlla anche la Banca Mediolanum, insieme al gruppo Doris. Con più di un milione di clienti, l’istituto ha conseguito l’anno scorso un utile netto di 521 milioni. 369 milioni sono stati invece i dividendi distribuiti agli azionisti.

Tanta roba. Ma adesso? In borsa, per ora, le cose sembrano andare bene. Il resto dipenderà molto da ciò che il Cavaliere ha stabilito nel suo testamento. Per Mondadori, tutti danno per scontato che la primogenita resterà in sella. Meno certezze ci sono invece per Mfe. C’è da capire, innanzitutto, cosa potrebbero fare i tre figli minori di Berlusconi, Barbara, Eleonora e Luigi, attualmente non coinvolti nella gestione del gruppo, qualora dovessero beneficiare di una divisione egualitaria del 61,21% detenuto dal padre scomparso (insieme sarebbero maggioritari). E la «moglie» Marta Fascina? Il testatore, vale la pena ricordarlo, può decidere liberamente su un terzo dell’eredità.

Sullo sfondo le manovre di Vivendi, la società francese che, col 19,8%, risulta il secondo azionista del gruppo. Potrebbe avere interesse a prendersi Mfe? E se i figli di Berlusconi trovassero un investitore interessato a rilevare la quota di Vivendi? Ipotesi. Intanto, il 18% delle azioni Mfe di Vivendi sono «vincolate» in un deposito fiduciario fino a che la società manterrà una quota rilevante in Tim. Una partita nella partita. Ci vorrà un po’ per capire come andrà a finire.

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