Visioni

L’eredità Bausch, attraverso la danza una ricerca continua sull’essere umano

L’eredità Bausch, attraverso la danza una ricerca continua sull’essere umanoMalou Airaudo e Dominique Mercy

A teatro Incontro con Malou Airaudo e Dominique Mercy

Pubblicato circa un anno faEdizione del 30 settembre 2023

Vollmond a Mulhouse e Café Müller a Istanbul in ottobre, Nelken a Wuppertal in gennaio e al Sadler’s Wells di Londra in febbraio e poi a Lussemburgo, Sweet Mambo a Parigi, Victor, il pezzo nato a Roma nel 1986, a Wuppertal il prossimo giugno. Con i nuovi lavori di Charmatz, sono molti i pezzi che con il Wuppertal Tanztheater continuano a portare nel mondo il repertorio della grande artista tedesca. Un’eredità che ha ancora molto da dire non solo sulla messa in scena nella sua totalità, ma sull’approccio al linguaggio del corpo, al movimento, alla danza. L’occasione di parlarne a Lecce, nello spazio dei Cantieri Teatrali Koreja, per Uni-Tanz, progetto ideato e diretto dalla danzatrice, coreografa, docente Giorgia Madamma direttrice di Koreoproject, un Campus di residenza e formazione didattica collegato da dieci anni alla Folkwang University of Arts di Essen, un luogo storico per il tanztheater e la danza contemporanea in Europa.

A UNI-TANZ quest’anno è tornata Malou Airaudo, danzatrice storica del Wuppertal Tanztheater di Pina Bausch, nonché ex direttrice della Folkwang, con lei ospite nei giorni finali del Campus Dominique Mercy, altra icona dell’avventura di Wuppertal.
«Ho incontrato per la prima volta Pina a New York. Ero una danzatrice di formazione classica come Dominique» racconta Airaudo. «Mi incantò per come sapeva trovare la bellezza nelle persone, capendo quale fosse la cosa migliore per loro. Abbiamo lavorato anche con attori, con persone che non avevano mai danzato e che potevano essere magnifici con il loro corpo, ma se parliamo del linguaggio specifico della danza, e quindi anche della sua tecnica, dobbiamo dire qualcos’altro. Non è facile diventare un danzatore, devi trovare in te la necessità di parlare con il corpo e la tecnica ti permette di tirare fuori ciò che vuoi esprimere. Pina amava moltissimo la danza. Mi ricordo una prova di Kontakhof, siamo tutti seduti con le gambe accavallate. Lei ci guarda e dice: «si vede chi stamattina ha preso lezione e chi no».

«Pina – spiega Airaudo – mi colpì per come sapeva trovare la bellezza nelle persone»

Dominique: «Cercando di spiegare cosa è il teatrodanza rispetto allo studio del linguaggio della danza, partirei dicendo che il confronto con la tecnica è un primo passaggio per accedere a una consapevolezza del corpo che diventerà il tuo mezzo di espressione. Un dialogo con te stesso, prima ancora che con il pubblico. Con Pina la pulizia del movimento si sposava, e questo è meraviglioso, a una ricerca sull’essere umano straordinaria, un’eredità da portare avanti. Avevo danzato con molti grandi coreografi prima che con Pina, non mi ero mai sentito un automa, ma fu con lei la prima volta in cui capii che si trattava davvero di me stesso».

CONTA la necessità all’agire, all’azione, allo stare. Un pensiero corre a Rolf Börzik, compagno di Pina morto molto giovane, per anni scenografo della compagnia: «la messa in scena» scrisse ai tempi di Café Müller» è un atto creatore dove lo spazio vuoto comincia prudentemente a respirare e a partire da questo silenzio vedo il risveglio del corpo umano con il suo organismo completo».

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