«La prima volta che ho visto la Stele di Rosetta, era più alta di me. Collocata su piedistallo, intrappolata in una perfetta teca di vetro e delicatamente illuminata dal tenue bagliore dei faretti, il suo bordo superiore spezzato bucava il vuoto soprastante come fosse la cima dell’Everest. Avevo otto anni ed era la mia prima gita al British Museum…». A raccontare quest’esperienza «iniziatica» è lo storico dell’antichità Michael Scott (non certo l’unico studioso a ricondurre l’innamoramento per l’archeologia a un momento preciso della propria infanzia) nel saggio Il punto dove scavare La storia dell’archeologia in otto scoperte straordinarie (Bollati Boringhieri...