L’epico racconto di una Documenta greca
Schermo dell'arte A Firenze, presso Palazzo Strozzi, il regista Dimitris Athiridis dipana il suo documentario «Exergue», 14 ore di visione in 14 capitoli
Schermo dell'arte A Firenze, presso Palazzo Strozzi, il regista Dimitris Athiridis dipana il suo documentario «Exergue», 14 ore di visione in 14 capitoli
Exergue – on documenta14 del regista greco Dimitris Athiridis verrà presentato come evento speciale nell’ambito della programmazione della 17ª edizione del festival Lo Schermo dell’Arte. Opera ambiziosa, esige dal pubblico tempo e attenzione, ma non darà spazio alla noia. Sono 14 ore, suddivise in 14 capitoli, presentati in Italia in una versione a ciclo continuo, tra le giornate di mercoledì 13 e domenica 17 presso Palazzo Strozzi, a Firenze.
Il programma prevede anche una master class con il regista questo venerdì alle 10.30, e una conversazione tra il curatore di Documenta14 Adam Szymczyk e Salvatore Lacagnina, uno dei promotori di Studio 14, programma parte di Documenta ad Atene nel 2017.
PER LA PRIMA VOLTA lo storico mega-evento di arte contemporane che si realizza a Kassel, in Germania, ogni cinque anni, si estende a una seconda sede. Bisogna tornare indietro al momento in cui la proposta curatoriale è stata presentata, e successivamente accolta: novembre 2013. Siamo negli anni della crisi greca in cui il governo tedesco ha sempre giocato un ruolo di opposizione nella gestione del debito e degli aiuti finanziari. In una fase di allentamento delle tensioni della forte crisi politico economica, Documenta14 (Szymczyk) propone di sdoppiarsi: andare ad Atene. Secondo i dati riportati nel capitolo 13, «i revisori hanno riferito che l’aggiunta di una seconda sede è stata la ragione principale del deficit di 4,5 milioni di euro. La città di Kassel e lo Stato di Hessen hanno garantito la solvibilità della mostra con garanzie totali di 8 milioni di euro». Una vendetta greca. O greco/polacca (Der Pole – come alcuni giornalisti tedeschi si sono all’epoca riferiti a Szymczyk), ma potrebbe anche essere stata una messinscena tedesca. Resta il fatto che al momento della prima necessaria riduzione di costi, il taglio lo subiscono gli artisti in una scena che mostra un violento depennamento a tavolino. Preciado pure sorride, mentre mangia una mela.
ATHIRIDIS ha seguito Szymczyk e l’intero team di lavoratori impegnati nella creazione di questo colossale evento – Documenta 14 ‘Learning from Athene’ – per due anni. Lo stesso documentario si è trasformato in un’opera epica in sé. Due anni di convivenza, di camera mai nascosta ma che scompare all’interno della quotidianitá di lavoro tra le persone che diventano non solo il team di produzione di Documenta, ma anche il cast inconscio del film. Un’opera in cui anche il regista si diluisce: «I was the guy with the camera», dice. Impressiona la capacità di Athiridis di non perdere mai, durante le 14 ore, il filo del discorso.
Il documentario è principalmente un intercalare di dialoghi, continui, intensi, macchinosi. Il registra li intercala magistralmente, con piani sequenza che ti introducono lentamente all’interno di spazi espositivi, ristoranti, taxi, appartamenti, uffici, bar, borghi e spiagge, lasciando allo spettatore il tempo di assorbirli. Sorprende l’apparente disponibilità delle persone parte dei dialoghi più intensi nell’accettare di svelare i retroscena dei loro pensieri su individui e poteri. Anche se le porte si chiudono davanti al regista, proprio in un acceso scambio di opinioni con Marina Fokidis, consulente curatoriale per Atene.
Il documentario rimane un atto di sorprendente autenticità in un mondo – quello dell’arte – che non ha nulla di autentico. In una intervista, Athiridis afferma che è anche una forma di giornalismo, «per rappresentare la complessità del processo di produzione della esposizione e i suoi contenuti». Sicuramente è una rendicontazione finanziaria pubblica, altro elemento spesso occultato nel mondo dell’arte perché volgare. Ma può anche essere una contro risposta a un processo che abbiamo visto ripetersi in Documenta15-Lumbung, dove la stampa, locale e internazionale, è riuscita a deviare tutte le attenzioni dai contenuti ai problemi, fossero essi finanziari o di censura.
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