L’Emilia rossa è un ricordo, la Lega già festeggia Ferrara
Amministrative La destra punta anche a conquistare Forlì. Il Pd tenta di tenersi Modena e Reggio. Ai ballottaggi saranno decisivi i voti dei grillini che potrebbero tornare al centrosinistra
Amministrative La destra punta anche a conquistare Forlì. Il Pd tenta di tenersi Modena e Reggio. Ai ballottaggi saranno decisivi i voti dei grillini che potrebbero tornare al centrosinistra
Cinque anni fa in Emilia-Romagna, all’apice del trionfo renziano, la notizia la facevano le città dove il Pd era costretto a due settimane di campagna elettorale extra, causa ballottaggio. Oggi la situazione si è ribaltata. Per il centrosinistra sarà da festeggiare una eventuale vittoria al primo turno in una delle grandi città al voto: Reggio-Emilia, Modena, Forlì, Cesena, Ferrara. Tutte governate dai democratici, tutte contendibili. L’annunciata caduta del Partito democratico, nel voto di domenica, ci sarà e non è evitabile. È scritto nei sondaggi, è detto – sottovoce – nei commenti pessimisti di tanti dirigenti dem. Resta da capire quanto rumore farà quel tonfo, se nonostante tutto le coalizioni a guida Pd che governano da sempre nella stragrande maggioranza dei Comuni riusciranno a contenere i danni, oppure se l’ondata giallo-verde del 4 marzo 2018 travolgerà tutto.
DOMENICA IN EMILIA-ROMAGNA saranno 235 i Comuni che dovranno rinnovare i consigli comunali e sindaci, 35 con più di 15mila abitanti. Di questi 34 sono attualmente governati dal centrosinistra. La sfida per la Lega sarà quella di prenderne il più possibile, e dare l’assalto alle grandi città rosse. A cominciare da Ferrara dove il Carroccio ha ormai fissato l’asticella: vincere subito, al primo turno. È qui che il partito di Salvini ha schierato il suo nome più forte, il consigliere regionale Alan Fabbri, l’uomo che sfidò il governatore Stefano Bonaccini nelle ultime regionali. Nel novembre 2014 perse, ma portò la Lega a diventare il secondo partito in regione col 20% dei consensi.
ALTRA CITTÀ CHE LA DESTRA (Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia) spera di conquistare è Forlì. Complice un centrosinistra diviso, un sindaco non ricandidato dal Pd dopo il primo mandato e un candidato dem con poca spinta. Comunque finirà, gli ultimi giorni di campagna elettorale vedono il Pd rincorrere gli avversari, che a Forlì sono stati capaci di presentarsi uniti e scegliere un nome rassicurante. «Nasco democristiano e sono un moderato», ha detto Gian Luca Zattini. «Nel 2014 ho votato per lui quando vivevamo entrambi a Medolla (comune limitrofo, ndr) e lui correva da sindaco», ha esordito a sorpresa il candidato della coalizione Pd Giorgio Calderoni. Per poi dichiarare di avere votato nel 2013 per Mario Monti.
DIVERSA LA SITUAZIONE negli altri grandi centri. A Cesena e a Modena il ballottaggio sembra inevitabile, ma la vittoria del centrosinistra possibile. A Reggio-Emilia invece, città natale dell’ex ministro Graziano Del Rio, il Pd può contare su di un radicamento formidabile e una rete di servizi d’eccellenza. Lì la speranza, per il sindaco uscente Luca Vecchi, è quella di mettere al sicuro la città al primo turno, e nel caso chiudere la pratica incassando al ballottaggio i voti della sinistra di Rec (Reggio-Emilia in Comune).
E IL MOVIMENTO 5 STELLE? Resta una forza rilevante, considerando che alle politiche prese il 27% dei voti, primo partito in Regione staccando di un soffio il Pd. Nel voto locale le cose però andranno diversamente, perché i 5 Stelle per scelta rifiutano le alleanze, sono storicamente meno radicati, e perché in molti territori i grillini si sono volatilizzati. Un esempio? Nel modenese si voterà in 34 comuni, ma solo in 8 ci saranno liste a 5 Stelle. Altra immagine, stessa storia: molti attivisti da sempre impegnati nei meetup grillini hanno annunciato una staffetta in bici contro la bretella stradale Sassuolo-Campogalliano. Una delle «grandi opere» da sempre avversate dai grillini. Molti ricordano ancora Michele Dall’Orco fare il segno della vittoria di fronte ai fotografi, con alle spalle il pullman «#buselettorale no autostrade». Lo stesso Dall’Orco che oggi è sottosegretario 5 Stelle del ministero che ha dato il via libera alla bretella.
Insomma il voto grillino sarà sì importante, e probabilmente decisivo, ma nei ballottaggi degli altri. «I 5 stelle nel ruolo dei terzi esclusi saranno fondamentali – ragiona Marco Valbruzzi, analista dell’Istituto Cattaneo – Nei ballottaggi passati gli elettori del Movimento erano portati per vari motivi a votare a destra. Oggi la situazione può essere differente perché la competizione dei 5 Stelle è, a livello nazionale, contro la Lega. Gli elettori di Grillo faranno prevalere la loro sensibilità vagamente orientata a sinistra visto che in Emilia-Romagna molti sono ex democratici disillusi e inascoltati, e così colpiranno l’alleato-avversario leghista, oppure sceglieranno di affossare il Pd? Politicamente è questa la grande incognita».
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