L’emergenza-business sui profughi calabresi
Manifestazione di rifugiati all'Esquilino di Roma in occasione della giornata mondiale – Foto Eidon
Italia

L’emergenza-business sui profughi calabresi

Inchiesta Condizioni di vita disastrose, gestione dei fondi opaca, proteste inascoltate. Ecco come sono stati trattati i profughi dalla Libia
Pubblicato circa 11 anni faEdizione del 9 luglio 2013
Mohammed (nome di fantasia), nigeriano, lavorava in Libia. Agli inizi del 2011, contro la sua volontà, fu costretto dai militari libici ad imbarcarsi in direzione Italia. Attraversato il Mediterraneo, arrivò a Lampedusa il 4 agosto. «La nave ha avuto problemi durante la traversata, il motore si è rotto e imbarcavamo acqua. Molte persone sono morte, pensavo di morire anch’io. Non avevamo né acqua né cibo, sono vivo per miracolo». Il calvario di Mohammed, tuttavia, non è finito una volta approdato in Italia. Anzi, da un certo punto di vista, è anche peggiorato. Dopo una breve sosta nel centro di accoglienza...
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