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Legittima difesa, la maggioranza deve frenare

Legittima difesa, la maggioranza deve frenareLa camera dei deputati

La legge che allarga le maglie della legittima difesa, uno dei provvedimenti bandiera della Lega al quale Salvini ha voluto tirare la volata con la sua visita in carcere a […]

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 26 febbraio 2019

La legge che allarga le maglie della legittima difesa, uno dei provvedimenti bandiera della Lega al quale Salvini ha voluto tirare la volata con la sua visita in carcere a Piacenza all’imprenditore condannato per tentato omicidio di chi voleva rubargli il gasolio, non sarà approvata dalla camera entro il mese di febbraio. Salvini, che l’aveva promessa ai suoi elettori per la fine dell’anno scorso, poi per la fine di questo mese, dovrà attendere. E non perché i 5 Stelle, che pure non sono entusiasti del provvedimento, stiano alzando chissà quali barricate.

La principale causa del ritardo è l’eccesso di zelo del relatore leghista in prima lettura, al senato, che volle introdurre una copertura di spesa – la legge prevede infatti il gratuito patrocinio per i pistoleri domestici – anche per l’anno 2018. Bisognerà correggerla con un altro passaggio al senato. Intanto però alla camera i tempi di discussione non sono contingentati, dal momento che questo è il primo mese nel quale il disegno di legge è in calendario. Sarebbe in ogni caso approvata a marzo e dunque per la maggioranza cambia poco se oggi, prima o dopo la bocciatura certa delle pregiudiziali di costituzionalità presentate dalle opposizioni, sarà scavalcata da un altro argomento, come l’istituzione di una (nuova) commissione sul sistema bancario.

Intanto sulla visita di Salvini alla casa circondariale di Piacenza si moltiplicano i commenti, l’unico a restare freddo è l’avvocato difensore di Angelo Peveri, Paolo Fiori. Nel corso dei processi di merito (rito abbreviato in primo grado e poi appello) il legale si era ben guardato dal sollevare la legittima difesa, visto che la ricostruzione della procura racconta di due colpi partiti dal fucile a pompa dell’imprenditore verso la persona che aveva cercato di rubare del gasolio alcune ore dopo i fatti, sul greto di un torrente, esplosi dall’alto in basso verso una persona disarmata, ferita e stesa in terra. Nessuna fretta del difensore nemmeno sulla richiesta di grazia, anticipata da Salvini, dal momento che «per valutare abbiamo bisogno di conoscere tutti gli atti e la sentenza della Cassazione non è stata ancora depositata». In effetti è di pochi giorni fa. Inoltre l’avvocato difensore sa benissimo che qualsiasi richiesta di grazia si basa su un periodo di espiazione della pena. Peveri è in carcere, condannato a quattro anni e sei mesi, da una settimana.

Si discute ancora all’interno della magistratura, dopo che l’Associazione nazionale ha criticato le dichiarazioni di Salvini sul caso Peveri e la corrente di destra delle toghe Magistratura indipendente, ha preso le distanze dalla nota. Area democratica per la giustizia, la corrente delle toghe progressiste, ha scritto ieri che «Quando sono messe costantemente in discussione le prerogative della magistratura, l’Anm non può restare timida o inerte. Ritenere che la rinuncia a fornire il nostro contributo, anche critico, sui provvedimenti normativi, valga a salvaguardare la nostra autonomia e indipendenza riflette una visione di retroguardia»

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