Ristrutturazioni di edifici e immobili allargando le cubature del 25% quando non c’è demolizione e del 35% quando si prevede la ricostruzione, riconversione di complessi industriali dismessi in residenze, trasformazione più semplice dei sottotetti in abitazioni: sono alcuni dei punti delle «Disposizioni in materia di semplificazione edilizia, di rigenerazione urbana e per la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente» approvate giovedì dal Consiglio regionale della Campania con 29 voti favorevoli, 4 contrari (5S e l’ex grillina Maria Muscarà), 10 astenuti (i dimaiani e il centrodestra).

«Questo disegno di legge – la dichiarazione del presidente Vincenzo De Luca – persegue innanzitutto la tutela ambientale rispetto alla consumazione di altro suolo agricolo, cercando di lavorare sull’edificato. Partiamo con la trasformazione urbana e con l’economia che essa genera». Sulla mancata approvazione del piano paesaggistico regionale, è stato l’assessore Bruno Discepolo a spiegare: «La settimana scorsa abbiamo avuto l’ultimo tavolo tecnico con il Ministero dei Beni culturali, il piano non è stato ancora approvato ma nelle more vigono 15 piani paesistici, quindi i territori non ne sono sprovvisti».

Boccia la norma Legambiente: «Una scelta politica scellerata – spiega Mariateresa Imparato -. Un ulteriore duro colpo al governo del territorio, dove le finte semplificazioni aprono le porte alla speculazione e alla realizzazione di ecomostri legalizzati. Con gli effetti dei cambiamenti climatici sempre più evidenti, bisognerebbe puntare a una visione delle città e a un governo del territorio che abbia come priorità la tutela dagli eventi estremi come ondate di calore e piogge torrenziali. Per farlo c’è bisogno di pianificazione e strumenti urbanistici ordinari. In Campania si assiste invece a una moltiplicazione di norme che mancano di una strategia complessiva per la effettiva tutela del territorio».

Dai 5S il consigliere Vincenzo Ciampi: «Il disegno di legge aprirà le porte a un vero e proprio far west edilizio: intervenendo in un quadro di pianificazione assente o superata, finirà col determinare una liberalizzazione selvaggia in materia edilizia dando libero sfogo al partito del cemento». Insieme per il futuro, che ha deposto le armi rispetto a De Luca, un po’ d’imbarazzo lo denuncia nel suo commento al voto: «Continuiamo a nutrire dubbi sulla tenuta costituzionale della norma – spiega la consigliera Valeria Ciarambino -, l’articolo 4 del disegno di legge potrebbe apparire come una ulteriore proroga “sotto mentite spoglie” del Piano casa, in assenza dell’approvazione del Piano paesaggistico regionale, che pure era stata ritenuta dal Mic una precondizione essenziale per la stabilizzazione della normativa in materia di rigenerazione urbana. Troppi comuni non dispongono di una pianificazione urbanistica aggiornata, circostanza che potrebbe rendere un po’ troppo ardite alcune delle disposizioni di semplificazione edilizia contenute nel testo».