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Legambiente a congresso, in cerca del cambiamento

Legambiente a congresso, in cerca del cambiamento

Milano Sfida a Matteo Renzi: «Stop alle trivellazioni»

Pubblicato quasi 9 anni faEdizione del 12 dicembre 2015

Gli scenari sono noti: il mondo tra nuovi poveri dell’Occidente e ultime tecnologie, gli equilibri geopolitici che cambiano e la spinta all’innovazione, il Mediterraneo come unità geografica capace di proporre un moderno modello di sviluppo. Le risposte hanno sempre più voce: economia civile e circolare, volontariato, agricoltura sostenibile, fonti rinnovabili, mobilità, rigenerazione urbana. Il titolo, non a caso, è «L’era del cambiamento»: tre giorni di congresso nazionale per Legambiente, il decimo, a Milano (negli spazi ex Ansaldo) fino a domani, quando verrà eletto il nuovo presidente dopo gli otto anni di Vittorio Cogliati Dezza, che con ogni probabilità sarà l’attuale direttrice generale Rossella Muroni. La simultaneità con la Cop21 parigina non è, nemmeno questa, un caso: le questioni climatiche sono diventate centrali per Legambiente, insieme al tema della transizione energetica, da fossile a rinnovabile, e quindi dell’abbandono del petrolio, che oggi acquista anche il significato di unica vera guerra al terrorismo dell’Isis. In contemporanea, intanto, c’è anche la Leopolda del premier Matteo Renzi, cui Legambiente lancia in apertura «una sfida e una provocazione»: chiudere subito la partita delle trivellazioni petrolifere nell’Adriatico e nello Ionio, come chiedono anche otto regioni direttamente interessate, perché «l’idea di cambiamento e di modernità non può essere legata alle grandi opere inutili (leggi Ponte sullo Stretto di Messina), agli inceneritori e alle fonti fossili».

Oltre 900 delegati da tutta Italia si sono mossi per il congresso dell’organizzazione ambientalista più diffusa sul territorio: 115mila soci, 3mila giovani che ogni anno partecipano ai campi di volontariato, 600 circoli, 60 aree naturali gestite direttamente o in collaborazione con realtà locali.

L’assunto da cui parte Legambiente per le sue analisi è chiaro. Dal 2008, l’anno di avvio della crisi economica globale, lo scenario mondiale è cambiato, con conseguenze evidenti: accesso al benessere di milioni di persone insieme all’aumento delle disuguaglianze, esplosione della povertà nei Paesi ricchi e riduzione costante del welfare, moltiplicazione degli effetti dei cambiamenti climatici e dei disastri ambientali, aumento del consumo di suolo e perdita di biodiversità, affermazione delle tecnologie energetiche rinnovabili, ricerca di nuovi stili di vita e di consumo nei Paesi industrializzati. Cambiamenti veloci che anche l’enciclica di Papa Francesco Laudato sì ha denunciato. Due punti sono rimasti stabili: l’essere entrati nella fase di esaurimento del monopolio del petrolio per l’approvvigionamento energetico, e il fallimento delle politiche di austerità e liberiste nell’affrontare la crisi economica. Per gli ambientalisti sono altre le risposte da trovare, in un mondo in cui le emergenze sono sempre più interconnesse, a partire da una visione ecologica.

L’intenzione dichiarata di Legambiente è di non cadere nella trappola del «parlarsi addosso», del congresso a proprio uso e consumo, il che motiva una lista degli ospiti nutrita e variegata: si va da don Ciotti, presidente di Libera, a Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti, da Claudio De Albertis per l’Ance a Donatella Bianchi per il Wwf, rappresentanti di Banca Etica, Cittadinanzattiva, di aziende che hanno promosso pratiche e prodotti ecosostenibili. Di Mediterraneo, inteso come insieme di Paesi con cui condividere politiche e progetti con una vera e propria alleanza, parleranno tra gli altri Denez L’Hostis, presidente di France nature environnement e Boubaker Houman in rappresentanza di un’associazione tunisina che di questa alleanza fa parte. Molti gli amministratori e i politici: domani è previsto l’arrivo dei ministri dell’Ambiente Gianluca Galletti, di ritorno da Parigi, e della Giustizia Andrea Orlando, mentre tra ieri e oggi sono intervenuti all’Ansaldo anche Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera, e Paolo Gandolfi, della commissione Trasporti alla Camera. Ermete Realacci, per anni alla guida di Legambiente, ha declinato l’invito alla Leopolda per partecipare ai lavori di Milano.

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