Vittoria regnò dal 1837 al 1901 e sotto di lei fiorirono romanzieri, poeti, intellettuali che ancora affollano persino le librerie delle stazioni ferroviarie (Hardy, Stevenson, Brontë…). In casa, eredità di vecchie istitutrici, avremo forse i bei volumi dei poeti Tennyson Browning Swinburne Rossetti. E poi le pietre veneziane e le mattine fiorentine di un Ruskin. Ma qui andiamo sul difficile. A ricordarci questo grande mondo antico provvede L’età vittoriana nella letteratura del colossale G.K. Chesterton, ottimamente tradotto da Paolo Dilonardo (Adelphi, pp. 211, € 14,00). È un saggio molto personale anche se strutturato didascalicamente in quattro parti: «Il compromesso vittoriano...