Lecce, la luce in fondo al tunnel
Intervista Saverio Sticchi Damiani al primo anno di presidenza riconquista la serie B
Intervista Saverio Sticchi Damiani al primo anno di presidenza riconquista la serie B
LECCE IN B (Sticchi Damiani: “Felice del campionato vinto al primo anno di presidenza”)
E’ durato sei anni il purgatorio della C, dove era disceso per illecito sportivo direttamente dalla massima serie in seguito a un nefasto derby regionale. Ora il Lecce, rigeneratosi negli anni della caduta, ha centrato vittoria del campionato e promozione nella cadetteria, riapprodando su palcoscenici confacenti alla sua storia calcistica. Dopo un paio di cambi al vertice, raggiungendo quattro volte i play off, la dirigenza nel 2017 è passata ancora di mano e con l’arrivo di Saverio Sticchi Damiani, a capo di una struttura societaria coesa e competente, le scelte tecniche si sono rivelate azzeccate. Un ruolo da protagonista va riconosciuto all’allenatore romano Fabio Liverani che subentrato alla 5^ giornata ha gestito al meglio un nutrito gruppo di giocatori di livello. La città, ancorché coinvolta nell’accadimento sportivo che l’ha proiettata sul piano del clamore mediatico, attende la squadra con connaturato disincanto alla prova del prossimo campionato. Intanto la frangia più accesa del tifo giallorosso (il colore della squadra) si è lasciata conquistare dal risultato targato Sticchi Damiani.
Lei, Sticchi Damiani, è alla guida di un brillante studio professionale nel campo dell’avvocatura. Qual è stata la spinta a farle assumere la carica di presidente del Lecce calcio?
“L’amore per la mia terra e per la mia squadra. Trascorro la gran parte del tempo a Roma dove ho il mio studio professionale, ma Lecce è casa mia. Tre anni fa la famiglia Tesoro – al timone della società del Lecce, ndr – dopo altrettanti campionati impegnativi, aveva deciso di vendere, senza trovare tuttavia un acquirente credibile. Il rischio che il club fallisse era reale. Ciò mi ha spinto a iniziare questa avventura, per pura ed esclusiva passione, con un gruppo di soci formidabili e insieme abbiamo abbracciato il progetto-Lecce”.
Doveva compiere cifra tonda il Lecce, 110 anni di gioco del calcio in città, perché arrivasse la promozione…
“Si tratta di una bellissima coincidenza che ha contribuito a rendere ancora più unica questa promozione. La serie B è il frutto di un lavoro di programmazione responsabile avviata solo due anni fa”.
Dopo un campionato condotto costantemente al vertice di classifica e dunque – se vogliamo – dall’esito in parte già scritto, si apre la fase di un piano economico-sportivo in vista della nuova stagione. Le aspettative della piazza aumenteranno. Questa società è pronta a rilanciare?
“A dire il vero, anche se ci siamo trovati in testa, l’esito non è mai stato scontato. Ci sono società importanti, di tradizione, che hanno impiegato più di dieci anni a risalire in B, con tremendi esborsi economici. La squadra giallorossa arriva in cadetteria dopo soltanto un biennio di nostra gestione (sei anni complessivi dalla retrocessione) con i conti in ordine. E’ stata un’impresa durissima, bisogna ammetterlo. La serie B ora ci consentirà di programmare più a lungo termine, d’investire su giovani e strutture e poterci migliorare ogni giorno”.
La città possiede un pedigree calcistico che è da rispolverare: non merita di tornare là dove si trovava nel 2012?
“Io non sono un tipo da promesse facili o roboanti. Piuttosto, mi piace pianificare e fare le cose seriamente, con impegno. I tifosi invece sono liberi di sognare, è un loro diritto. Ci mancherebbe altro! Ma questo Lecce non farà mai un passo più lungo della propria gamba”.
Nel progetto tecnico da varare, una certezza sembra essere la conferma di mister Liverani.
“Fabio Liverani ha lavorato benissimo, è un allenatore vincente. Lui ha ottenuto il successo della promozione perché persegue la cultura del lavoro: è un martello in campo, fuori una persona vera e leale. Dunque si riparte da Liverani. E dal direttore sportivo Mauro Meluso, altro grande protagonista di questa vittoria finale. Due anni fa aveva rifondato tutto e ora le sue scelte vengono giustamente premiate”.
Il settore giovanile è sempre stato una risorsa della società e la “leccesità” sulla ribalta della serie A, se non dalla squadra, è stata spesso rappresentata da talenti “in nuce” provenienti dal vivaio giallorosso. Esistono le condizioni oggi per fare emergere un nuovo Antonio Conte? La tendenza, in generale, è di scoprire giocatori in erba all’estero.
“Abbiamo deciso di aumentare gli investimenti nel settore giovanile. E’ stato appena scelto un nuovo centro sportivo che sarà ultimato a breve e destinato come ‘nuova casa’ dei nostri ragazzi. Le squadre giovanili del Lecce sono tutte nelle fasi finali dei rispettivi campionati. Ciò vuol dire che chi ha lavorato sui giovani sotto la nostra gestione, e alludo a Roberto Alberti, ha già iniziato un percorso virtuoso. A questo punto mi aspetto i primi risultati concreti nel volgere di due-tre anni”.
E’ ipotizzabile che il Lecce, con un bacino-utenza di tifosi esteso nell’intero Salento, realizzi uno stadio di proprietà inteso anche come contenitore finalizzato al tempo libero per una gestione continuativa di servizi quali ristorazione, spazi espositivi e museali, negozi, palestre, eccetera?
“Si tratta di un percorso certamente complesso ma, perché no, auspicabile. L’attuale stadio di Via del Mare comincia a risultare inadeguato. E questo è sotto gli occhi di tutti. Sarà necessario quantomeno un restyling, non c’è dubbio, prima della ripresa del campionato; poi, magari, l’appetito verrà mangiando…”.
Ci sono le premesse perché il nome Sticchi Damiani rientri in quel novero di presidenti, come Jurlano e i Semeraro, che i tifosi ricordano volentieri per aver fatto attirare l’attenzione nazionale sul calcio leccese?
“Sono nomi, quelli citati, che hanno fatto la storia del Lecce, appartenenti a persone eccellenti a cui essere sempre grati. Ma è anche giusto ringraziare tutti i presidenti che si sono succeduti nel tempo, non importa che abbiano vinto o perso; hanno comunque tenuto in vita il Lecce, ed è ciò che conta, perdendoci molti denari. Per quanto mi riguarda sono davvero felice di aver vinto il campionato al mio primo anno effettivo di presidenza. Non poteva andar meglio. Per il resto, non ho particolari ambizioni di popolarità”.
FEDERICO CARTELLI
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento