Nel terzo giorno dal crollo del seracco della Marmolada, le ricerche dei dispersi, proseguite ieri con i droni, hanno dato i primi risultati: sono stati rinvenuti i resti di due uomini. Il numero dei morti sale perciò a 9, di cui però solo 4 identificati con certezza. Gli altri 5 potrebbero essere ricondotti agli altrettanti escursionisti di cui è stato denunciato il mancato rientro. Tra questi corpi, due, in fase di riconoscimento, dovrebbero essere della Repubblica Ceca. I parenti delle vittime accertate sono in attesa del nulla osta per i funerali che dovrebbe arrivare presto dalla procura di Trento che indaga.

Il procuratore capo Raimondi ha deciso che chiederà consulenze scientifiche per accertare la prevedibilità dell’evento catastrofico. Ma ha ribadito: «Non vogliamo nessun agnello sacrificale in pasto all’opinione pubblica, non è nel nostro stile». I Ris di Parma lavorano per analizzare i resti umani e tentare di dare loro un nome. Sette sono i feriti ancora ricoverati nei vari ospedali del Veneto e del Trentino. Oggi i soccorritori proveranno a scendere sul terreno divenuto un po’ più stabile grazie a temperature leggermente in diminuzione. È prevista una «ricognizione a vista», con operatori che, per scavare negli accumuli di ghiaccio e roccia venuti giù dal cratere ben visibile all’altezza di Pian dei Fiacconi, «saranno legati a corde ancorate agli elicotteri che sorvegliano dall’alto, in modo da poter essere evacuati immediatamente in caso di pericolo», come ha spiegato il presidente della Provincia di Trento, Fugatti.