L’impossibilità di trovare una stabile collocazione al tempo, i guasti del linguaggio e della parola sono da sempre le vaste costellazioni osservate con precisione focale dal regista coreano Hong Sangsoo, in concorso nella sezione Orizzonti, con il suo nuovo, fulminante (poco più di un’ora di durata) Hill of Freedom che prosegue, con passo sospeso e spazioso, un nuovo personale discorso sulle intermittenze verbali e del cuore. Con il suo penultimo film Our Sunhi, in concorso al Festival di Locarno nel 2013, il regista coreano sezionava con soavità e astrazione le pericolose trappole orali che, con le loro limitazioni fonetiche, castravano...