Le parole «green» per dirlo, parlare un buon italiano per la transizione
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Le parole «green» per dirlo, parlare un buon italiano per la transizione

La sostenibilità può diventare insostenibile se non si spiega il significato in termini differenziati. Lo sostiene l’Accademia della Crusca con la pubblicazione del volume L’italiano e la sostenibilità a cura […]
Pubblicato 10 mesi faEdizione del 14 dicembre 2023

La sostenibilità può diventare insostenibile se non si spiega il significato in termini differenziati. Lo sostiene l’Accademia della Crusca con la pubblicazione del volume L’italiano e la sostenibilità a cura di Marco Biffi, Maria Vittoria Dell’Anna, Riccardo Gualdo (33 euro, ebook 14,99 ). Il libro è il frutto di un lavoro collettivo condotto da vari studiosi di linguistica, che hanno analizzato «le parole verdi» nei vari ambiti della società italiana, i media, le amministrazioni pubbliche, la scuola, la pubblicità televisiva.

MARCO BIFFI (Sostenere linguisticamente la sostenibilità) cerca di individuare le strategie linguistiche e comunicative efficaci a sostegno della sostenibilità, basandosi sul presupposto che il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità e il successo delle politiche collegate dipendono profondamente anche dal livello di consapevolezza dei cittadini. E’ necessario spiegare il significato della parola sostenibilità in termini differenziati ai bambini, ai ragazzi delle medie, delle superiori e delle università.

NON SI PUÒ DIRE «sviluppo sostenibile» e «città sostenibile» se non si spiega la differenza del significato dei termini. E’ necessario rendere la comunicazione sulla sostenibilità chiara, trasparente e coinvolgente, se si tiene conto che il 50% della popolazione sopra i 15 anni ha il diploma delle medie. Ecco alcuni esempi desunti dai documenti ufficiali delle amministrazioni pubbliche di uso del termine sostenibilità che genera confusione: «Gli uffici comunali attivavano quindi le opportune verifiche sia di sostenibilità giuridico- amministrativa che economico-finanziaria», «Il decreto richiama l’attenzione sulle condizioni di stabilità e di sostenibilità delle università», «Efficienza, trasparenza e sostenibilità dei costi», «Prospettive e sostenibilità di una politica di trasparenza comunicativa», «Le cure palliative tra sostenibilità e dignità della vita: le prestazioni assistenziali sociali come momento integrante dell’assistenza globale».

IN UN QUADRO POLITICO l’ uso indiscriminato e approssimativo della parola sostenibilità, come abbiamo appena visto, rischia di essere lesivo. «L’impressione è che sostenibile e sostenibilità stiano assumendo o abbiano già assunto nuove sfumature collegate alle qualità di efficienza, validità, condivisione, funzionalità, partecipazione, trasparenza, accettabilità, responsabilità, a cui proprio la comunicazione finanziaria e aziendale e la visione anche eticamente integrata delle dinamiche ambientali e sociali hanno dato vigore» sostiene Marco Biffi .

PARTICOLARMENTE interessante, tra gli altri, ci sembra lo studio condotto dal linguista Michele Ortore, che ha analizzato il lessico verde dei libri di testo, prendendo come riferimento i 17 punti sullo sviluppo sostenibile contenuti nell’Agenda 2030, sottoscritti dai 193 Paesi aderenti all’Onu. Nei testi di italiano del Triennio delle superiori, di filosofia e di matematica non compare una sola parola che abbia a che fare con la sostenibilità. Nei libri di testo di altre materie, anche delle medie, si tende a colpevolizzare il singolo cittadino, sostiene Ortore. Merita un’osservazione il paragrafo in cui si evidenzia l’importanza dello studio delle scienze nell’educazione alla sensibilità ecologica: «Non si può pensare di difendere l’ambiente senza conoscerlo. Per comprendere quali comportamenti sono sostenibili è importante sapere, ad esempio, come sono prodotti gli inquinanti che peggiorano la qualità dell’aria o delle acque dei fiumi, perché avvengono le frane, che cosa succede ai rifiuti che finiscono in mare…»

IL PARAGRAFO, INFATTI, nasconde una parziale incoerenza: «Qual è il legame tra i comportamenti sostenibili e il sapere come sono prodotti gli inquinanti dell’aria o dei fiumi? La coerenza sarebbe ripristinata esplicitando l’agente mancante: è il sistema produttivo ed economico a produrre gli inquinanti e i rifiuti». Lo dice l’Accademia della Crusca!

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