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Le opposizioni non mollano: il ministro venga in Aula

Le opposizioni non mollano: il ministro venga in AulaAngelo Bonelli – LaPresse

Caso Sangiuliano Bonelli va in procura e ipotizza il reato di peculato, Floridia (5s) convoca la vigilanza Rai. I dem: «Sangiuliano dica chi lo ricatta»

Pubblicato circa un mese faEdizione del 6 settembre 2024

La sceneggiata del ministro Sangiuliano mercoledì in prima serata su Raiuno non ha convinto le opposizioni. Per usare un eufemismo. L’attacco da parte del centrosinistra è su più fronti, dalla possibile ricattabilità del ministro all’uso di risorse pubbliche per i viaggi di una «consulente» che non ha mai ricevuto la nomina fio all’«uso privato» del servizio pubblico per l’autodifesa in tv.

Angelo Bonelli dei Verdi si è rivolto direttamente alla magistratura con un esposto presentato ieri mattina. Le ipotesi di reato – ha spiegato – sono «distrazione per peculato e rivelazione di segreto d’ufficio». «Non deve chiedere scusa alla moglie ma agli italiani», dice Bonelli. «Accreditare una persona che non aveva nessun ruolo utilizzando servizi dello Stato, andando ospite di organizzazioni e amministrazioni locali, facendo in modo che la dottoressa Boccia venisse a conoscenza di atti riservati della pubblica amministrazione sono fatti di una gravità inaudita».

Nel documento di tre pagine il deputato di Avs si chiede «a quale titolo la dottoressa Boccia ha usufruito di servizi e mezzi dello Stato non avendo alcun ruolo negli organici dello Stato e tantomeno del ministero della Cultura? Chi si è reso responsabile nel ministero della Cultura dell’accreditamento di Boccia presso uffici e articolazioni dello Stato? Come è stato possibile che sia venuta a conoscenza di informazioni e documenti riservati e comunque coperti dal segreto d’ufficio come le mappe per la visita dei ministri della Cultura del G7 a Pompei, ponendo un problema serio di sicurezza? Di quali altri documenti e informazioni dispone la dottoressa Boccia?».

L’altro fronte è quello parlamentare. Le opposizioni stanno lavorando affinché Sangiuliano o la stessa premier Meloni chiariscano la vicenda alle Camere. «Il ministro ha il dovere di riferire in Parlamento tutti i dettagli di questa torbida vicenda», dice la capogruppo del Pd nella commissione Cultura della Camera, Irene Manzi. Una prima finestra utile per “parlamentizzare” ci sarebbe mercoledì prossimo, al question-time. Gli uffici tecnici delle opposizioni sono al lavoro e una interpellanza di un gruppo di opposizione è data come molto probabile.

Ma il vero bersaglio a cui puntano è Meloni, che ha deciso di coprire il suo ministro respingendo le dimissioni. «Meloni deve rendere conto in Parlamento dell’operato del suo ministro, deve spiegare perché ha rifiutato le dimissioni», dice il capogruppo di Avs al Senato Peppe De Cristofaro. Sulla stessa linea anche Italia Viva: «La premier deve venire in Parlamento e spiegare perché lo ritiene adeguato al suo ruolo», spiega Enrico Borghi. La mozione di sfiducia per ora resta nei cassetti, nel timore che possa compattare una maggioranza dove è palpabile il gelo di Fi e Lega nei confronti di Sangiuliano.

Un terzo fronte è quello della Vigilanza Rai. La presidente Barbara Floridia (M5S), dopo le proteste delle opposizioni per lo spazio abnorme concesso da Raiuno a Sangiuliano, ha detto di voler convocare un ufficio di presidenza «con la massima urgenza». I vertici Rai saranno chiamati a rispondere delle decisioni prese.

Ieri, dopo le nuove rivelazioni di Boccia (ha detto a La Stampa che «il ministro è sotto ricatto di alcune persone che hanno avuto agevolazioni»), le forze di minoranze hanno chiesto ulteriori chiarimenti: «Boccia ha sbugiardato completamente la ricostruzione fatta dal ministro in diretta tv. Sangiuliano deve spiegare perché ha fatto partecipare una persona esterna all’amministrazione a incontri istituzionali in cui venivano affrontate questioni delicate anche legate alla sicurezza del G7. E perché il ministro ha invitato gli uffici del ministero a condividere materiali riservati con questa persona. E dire chi potrebbe ricattarlo. La misura è colma», dicono dal Pd. «Siamo andati oltre tele Meloni. Siamo al cinepanettone», taglia corto Debora Serracchiani. «Per quanto ancora il governo penderà dalle labbra di una privata cittadina?», la domanda dei parlamentari del M5S.

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