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Le nuove sanzioni Usa colpiscono gli investimenti russi all’estero. Compresi quelli in Venezuela

Le nuove sanzioni Usa colpiscono gli investimenti russi all’estero. Compresi quelli in Venezuela

Russia L’elemento nuovo delle restrizioni economiche è il divieto di investimenti in progetti stranieri di società russe in campo energetico

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 15 febbraio 2019

Una nuova messe di sanzioni anti-russe sono state annuciate dai senatori Usa Lindsey Graham e Bob Menendez. Le motivazioni ripropongono ormai lo stesso noioso refrain: le interferenze nelle elezioni degli Stati uniti, la presenza dell’esercito russo in Siria e l’attività della sua marina nell’incidente nello stretto di Kerch dello scorso novembre. Secondo Kommersant già nei prossimi giorni Gran Bretagna e alcuni paesi Ue potrebbero aderire anch’essi alle restrizioni. Quanto siano pesanti le nuove misure, lo si è capito dalla reazione dei mercati finanziari e valutari russi: titoli petroliferi e bancari in picchiata e rublo in affanno sul dollaro.
Le banche con cui gli investitori Usa non potranno operare sono praticamente tutti i più importanti istituti russi: Vnesheconombank, Sberbank, Vtb, Gazprombank, Bank of Moscow, e Promsvyazbank. In più viene posto anche il divieto a investire in nuove emissioni del debito pubblico russo.

MA AL CREMLINO ci si concentra più sull’aspetto politico che su quello finanziario perché nelle nuove sanzioni ci sono aspetti legati direttamente alla soluzione delle crisi siriane e venezuelane. Del resto gli Usa da tempo accusano il sistema creditizio russo di aver aiutato il regime di Maduro ad aggirare le sanzioni soprattutto per quanto riguarda i rapporti commerciali con alcune provincie brasiliane.

L’elemento fondamentalmente nuovo – però – delle restrizioni economiche è il divieto di investimenti in progetti stranieri di società russe in campo energetico. A Mosca si sono subito drizzate le antenne: è di solo pochi giorni fa la notizia che Gazprom aveva piani del genere in Iran e Rosneft in Venezuela, come hanno osservato in molti. A questo si deve aggiungere il divieto a partecipare, come recita in documento dei due senatori americani «a progetti energetici esteri con la partecipazione dello stato russo». Nel suo breafing quotidiano Dmitry Peskov, portavoce ufficiale di Putin, ha sostenuto che dopo la battuta di arresto di Trump in Siria, con le sanzioni gli Usa intendano bloccare anche un processo di sistemazione territoriale e di ricostruzione. «Vediamo in queste sanzioni delle manifestazioni di una malattia, ovvero di una russofobia assolutamente emotiva. Altrimenti i senatori Usa non potrebbero parlare in alcun modo di ruolo destabilizzante della Russia in Siria, ma anzi, riconoscerebbero il ruolo cruciale e fondamentale della Russia nel salvare la regione dal terrorismo» ha dichiarato lo speaker del Cremlino.

NELLE MISURE USA LA RUSSIA vede anche un tentativo di far abortire le residue possibilità di giungere a una soluzione negoziata in Venezuela. E avvertono che in caso di aggressione Usa, non se ne staranno con le mani in mano. Anzi secondo Marya Zachararova del ministero degli esteri russo esistono già dei progetti in questo senso. «Parliamoci chiaro: una provocazione americana, anche con vittime, si sta preparando sotto la copertura di una missione umanitaria in Venezuela» ha rivelato la diplomatica russa alla stampa.

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