Le nostre jungle che respirano in appartamento
Non a tutti è dato avere un orto oppure un giardino, molti non possono nemmeno permettersi un balcone. Eppure avere del verde in casa è importante. Per chi ne capisce […]
Non a tutti è dato avere un orto oppure un giardino, molti non possono nemmeno permettersi un balcone. Eppure avere del verde in casa è importante. Per chi ne capisce […]
Non a tutti è dato avere un orto oppure un giardino, molti non possono nemmeno permettersi un balcone. Eppure avere del verde in casa è importante. Per chi ne capisce la funzione vitale ed estetica, è irrinunciabile pensare ad un ambiente privo di piante.
Ci vogliono spazi adeguati, ma è abbastanza consueto entrare negli androni di palazzi di città e trovare delle piccole «jungle» rigogliose. Si, perché la maggior parte delle essenze che possono vegetare bene nelle nostre case provengono proprio dalle foreste tropicali dell’America Latina, dell’Africa equatoriale o da quelle del Sud-est asiatico. Non ci ingannino i nomi: dieffenbachie, lagestroemie, sanseverie, fatsie derivano dai naturalisti che le hanno scoperte nei secoli scorsi viaggiando per il mondo. I giardini di Londra, i prestigiosi Kews Garden ed altre istituzioni simili, a Monaco, a Parigi, il Jardin des Plantes, hanno provveduto a diffonderle e così sono entrate nelle nostre case. Si prestano, con i dovuti accorgimenti, a vivere negli appartamenti, proprio perché sono essenze che prosperano all’ombra e quindi con poca luce, oppure possono resistere come le orchidee e vegetare con poca terra in quanto specie epifite (vivono nell’incavo di alberi) e sono quindi già in natura abituate a nutrirsi con quel fogliame che riescono a trovare. Le cure colturali necessarie sono poche, è molto importante prevedere di quanto spazio necessitano, di quanto terriccio debbano nutrirsi. I loro vasi vanno cambiati all’inizio di primavera (devono essere più capienti in diametro di tre o quattro centimetri).I problemi più importanti ai quali andiamo incontro per la giusta manutenzione del nostro verde domestico sono, una volta ben delineati gli spazi, quelli della luce e delle innaffiature.
La luce determina la direzione verso la quale le nostre piante dirigeranno il loro fogliame. Sarà bene, per vederle crescere armoniosamente, girare periodicamente i vasi. Le innaffiature non devono mancare ma esistono sistemi empirici per evitare il marciume, (troppa acqua): nei nostri appartamenti non c’è vento e quindi dobbiamo avere l’accortezza di tenerle lontane dai termosifoni e quanto meno di dotarli di umidificatori. Quanto al disseccamento, basta un bastoncino infilato nel terriccio: a seconda di quanto sia sporco di terra ci dirà quanto la pianta ha davvero bisogno di essere innaffiata. Per i vasi più piccoli, una volta innaffiati, ci basterà sollevarli: quel peso ci dirà, ripetendo l’operazione qualche giorno dopo, se sarà il caso o meno di aggiungere l’acqua. Le piante, come i pothos che si arrampicano sul proprio tutore rivestito di sfagno, vanno bagnate a partire dall’alto, le altre alla radice. Possiamo anche spruzzare le foglie nelle stagioni più calde nebulizzando.
Ci sono vantaggi indubbi nel curare a dovere le piante dette da appartamento, avere una «jungla» domestica, una particella di Amazzonia da vivere ogni giorno, imparare a prendersene cura con amore, ci insegna a capire di quanto sia preziosa conservare all’Umanità intera, quella vera sempre più aggredita da incendi e disboscamento e minacciata di estinzione.
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