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Le inquietudini di Carrie e le nebbie del supermercato

Le inquietudini di Carrie e le nebbie del supermercato

Cinema I magnifici dieci adattamenti - per grande e piccolo schermo - di alcuni classici romanzi e racconti di Stephen King

Pubblicato circa 7 anni faEdizione del 23 settembre 2017

Carrie, 1976. Il primo adattamento da King e quello più rivisitato – un sequel, due remake e una versione musical. Tutt’oggi uno dei più folgoranti, grazie all’occhio Brian De Palma. King fu pagato 2.500 dollari per i diritti del libro. Le due nomination all’Oscar per Sissy Spacek e Piper Laurie confermano l’appeal di massa kinghiano fin dall’inizio

Le notti di Salem. 1979 Una miniserie CBS in Usa e un film di 112 minuti per l’Europa, questa regia di Tobe Hooper, in cui una cittadina del New England viene invasa dai vampiri, ha un approccio più crudo, brutale, efficacissimo nonostante i limiti imposti dal formato tv.

Shining. 1980. Anche se l’antipatia di King nei confronti della monumentale rilettura kubrickiana si è attutita con il tempo, l’autore continua a non amare questo film. Troppo poco fedele al suo libro, troppo preoccupato della forma, troppo freddo. Sbagliata, secondo lui, anche la scelta di Nicholson. Ma dallo stesso film, è nata una mitologia particolare a cui è dedicato il documentario Room 237, di Rodney Ascher.

Creepshow. 1982 Primo film da sceneggiatore di King, composto di cinque storie, in parte ispirate da suoi racconti; e grande omaggio ai macabri, sardonici, fumetti della EC Comics, passione comune dello scrittore e del regista, George Romero. L’ambiziosa combinazione comico/orrorifica sfuggì a molti critici che lo stroncarono. I due diventarono cari amici anche se purtroppo, non riuscirono a mettere in piedi un altro progetto a quattro mani.

The Dead Zone. 1983 Inizialmente immaginato per Stanley Donen e poi affidato a Cronenberg, un autore che oggettivamente ha poco in comune il sanguinario lirismo di King. Grandissimo Christopher Walken

Christine. 1983 L’Americana stregata di King sembra fatta apposta per John Carpenter, che avvolge nei suoi movimenti di macchina fluidi e precisissimi e nel suo sound elettronico, l’attrazione fatale tra Arnie Cunnigham e una Plymouth Fury del 1958. Da rivedere oggi anche solo per Harry Dean Stanton.

Maximum Overdrive. 1986 Un Cars insanguinato e a base di tir. Unica Regia di King (dal suo racconto, Trucks), anche questa percorsa da un tocco comico poco amato dalla critica. King l’ha definito il peggior adattamento dai suoi testi. In realtà, migliora con gli anni.

Stand By Me. 1986. Primo non horror e uno degli adattamenti più amati. Un’avventura di formazione tratta dal racconto The Body e intitolata in omaggio alla canzone di Ben E. King, lanciò –un anno dopo Explorers- la fortuna di River Phoenix.

Misery. 1990 La prova che King non ha bisogno del sovrannaturale per essere terrorizzante, e un tocco di paranoia autobiografica. Regia di Rob Reiner. L’unico King che ha vinto un Oscar.

La nebbia 2007 Il più strano e interessante dei tre film che Frank Darabont ha diretto da Stephen King. Abitanti di una cittadina invasa da una strana nebbia rimangono assediati in un supermercato. Ma i mostri più terrorizzanti sono quelli interiori. Più attuale che mai.

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