Le «forme di vita» figurate dal pensiero
Sophie Calle, «L’Hôtel» (1981)
Cultura

Le «forme di vita» figurate dal pensiero

Rahel Jaeggi Allieva di Axel Honneth e voce più che autorevole della nuova generazione della Scuola di Francoforte. «È elemento costitutivo ed essenziale delle pratiche umane che esse non siano mai del tutto trasparenti».
Pubblicato quasi 7 anni faEdizione del 5 ottobre 2017
«Spesso si pensa che parlare di forme di vita sia un modo come un altro per parlare di cultura. Non è così. Non almeno nel modo in cui io intendo il concetto di forme di vita». Voce sempre più autorevole della nuova generazione (la quarta, ormai) della Scuola di Francoforte, nonché allieva di Axel Honneth, la filosofa tedesca Rahel Jaeggi (recentemente in Italia per la sua lectio magistralis al FestivalFilosofia), presenta la sua indagine come una riflessione interna alla Teoria Critica francofortese. In modo particolare a quella direzione intrapresa con Jurgen Habermas che ha orientato la discussione sul carattere costitutivo...
Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi