Le falene notturne di Jon Fosse
Una scena da «Cani morti»
Visioni

Le falene notturne di Jon Fosse

A teatro I «Cani morti» del drammaturgo norvegese in un adattamento a cura del regista Carmelo Alù
Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 22 dicembre 2018
Sopraffatta da un eccesso di minimalismo, appena contraddetto da qualche sussulto materno e da meccanici nervosismi infantili, la regia naviga irrisolta in cerca di un indistinto malessere. Certo il teatro del norvegese Jon Fosse, di cui Carmelo Alù dirige a Prato l’inedito Cani morti, offre solo appigli di meditata assenza. Appunto meditata. Non meramente trasmessa. Fosse evoca atmosfere livide, minacciose. Postpinteriane. Svuotate di emozioni e consegnate fastidiosamente al disagio. Nell’apparenza della dissolvenza succedono cose equivoche. Vedi la scomparsa di un cane. Che fine avrà fatto? In scena un tavolo, tre sedie in formica da tinello anatomico, e un proiettore, di...
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