Le elezioni a Roma diventano un caso. Il Campidoglio nega: «Tutto regolare»
Europee Polemiche sui ritardi dello spoglio nella capitale
Europee Polemiche sui ritardi dello spoglio nella capitale
Il primo a sollevare il caso era stato proprio l’ex sindaco di Roma (e neoparlamentare europeo, eletto con Alleanza Verdi Sinistra) Ignazio Marino, il quale lunedì si era presentato alla Fiera di Roma (il luogo dove convergono gli scatoloni con le schede scrutinate e i verbali delle singole sezioni) e aveva addirittura lamentato «una situazione fuori controllo: con più di un milione di schede che devono essere scrutinate». Ieri ci si è messo anche il ministro della difesa Guido Crosetto, che ha attaccato il Comune di Roma per i ritardi. E quando la polemica è stata rilanciata dalla sottosegretaria all’Interno Wanda Ferro, anche lei di Fratelli d’Italia, si è capito che il caso era diventato politico e tutto rivolto all’amministrazione di Roberto Gualtieri.
Dal Campidoglio, tuttavia, l’assessore Andrea Catarci, che ha la delega alle politiche del personale e che si è occupato di gestire la macchina elettorale, risponde seccamente. Ci sono stati dei ritardi che non riguardano assolutamente lo spoglio, ma la trasmissione online dei risultati a causa di un bug nel sistema informatico. «Roma Capitale ha ultimato l’inserimento dei voti di lista lunedì alle 15.45 – spiega Catarci – E ha portato a conclusione l’immissione delle preferenze intorno alle ore 23 della stessa giornata: sono pertanto false e strumentali le affermazioni sulla mancata chiusura dello spoglio nelle sezioni». Lo dimostra il fatto che ieri alle 14, come da programma e senza ritardi, si è regolarmente insediato l’ufficio elettorale circoscrizionale del tribunale di Roma, che dovrà occuparsi di ricontrollare le schede. Ci sono i verbali di 78 (su 2599) che presentano «aspetti di incongruenza»: verranno riconteggiati, ma dalla macchina del Campidoglio questa viene considerato un trascurabile e fisiologico errore umano.
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