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Le dichiarazioni di Biden confermano la scelta di una nuova guerra fredda a Russia e Cina

Le dichiarazioni di Biden confermano la scelta di una nuova guerra fredda a Russia e CinaIl presidente Usa Biden – Lapresse

Usa-Russia Le dichiarazioni di Biden sono di una gravità inaudita e confermano che la nuova guerra fredda contro Russia e Cina è una scelta strategica degli Usa. Biden che accusa Putin […]

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 20 marzo 2021

Le dichiarazioni di Biden sono di una gravità inaudita e confermano che la nuova guerra fredda contro Russia e Cina è una scelta strategica degli Usa.

Biden che accusa Putin di essere un killer dimentica che, nella classifica dei Paesi (e capi di governo) guerrafondai, gli Stati Uniti ed i loro presidenti democratici o repubblicani dominano sia per quantità, che qualità di efferatezze compiute ai danni di popoli terzi. Hanno una lunga storia di eliminazione fisica di oppositori politici e superano di certo la Russia, per vittime a mano della polizia e numero di detenuti.

Guai a considerare Biden un rimbambito per la dichiarazione rilasciata. Con questa mossa il presidente statunitense alza la tensione per rinsaldare (“rinforzare” direbbe Draghi) il blocco atlantico, giustificare il riarmo spinto in corso e chiudere qualsiasi ipotesi di distensione e cooperazione.

Ricordiamo che, secondo uno studio del Sipri di Stoccolma pubblicato lo scorso dicembre, l’80,4 % del mercato mondiale dei sistemi d’arma è controllato da multinazionali statunitensi ed europee. Questo dato comprende sia l’export che il riarmo interno.

Non solo, secondo i ricercatori del Sipri l’internazionalizzazione dell’industria bellica, che prevede il prolungamento della filiera produttiva verso decine di Paesi in tutti i continenti, è una caratteristica delle industrie di bandiera del blocco euro-atlantico che vede Cina e Russia praticamente assenti.

Chi minaccia chi? Chi è il capo dei killer della scena globale?

Nel nostro Paese si deve porre all’ordine del giorno un serio dibattito per la revisione radicale della politica estera, militare ed industriale: la Nato è un ferro vecchio da mandare in discarica, mentre l’industria bellica e la proiezione di forza non possono essere considerati i pilastri delle relazioni con gli altri Paesi.

L’Italia non è minacciata da nessuno, e non ha bisogno degli altrui nemici. Il nostro Paese avrebbe tutte le carte in regola per promuovere concrete politiche di disarmo (prima di tutto nucleare), stabilità e cooperazione internazionale.

In Italia e in Europa è sempre più urgente l’uscita dei diversi Paesi dalla Nato, che costituisce un pericolo per la pace mondiale e la convivenza tra i popoli.

Maurizio Acerbo, Segretario Nazionale

Gregorio Piccin, Resp. Dipartimento Pace

Marco Consolo, Resp. Area Esteri e Pace

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