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Iran, le compagnie aeree cambiano rotta ma il turismo tiene

Iran, le compagnie aeree cambiano rotta ma il turismo tieneLa moschea di Shiraz, meta dei turisti in Iran

Effetti collaterali La tensione tra Washington e Teheran non spaventa gli italiani, terzi dopo tedeschi e francesi tra i viaggiatori europei nel Paese degli ayatollah

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 22 giugno 2019

Per ora non ci sarà la guerra, ma intanto le compagnie aeree occidentali modificano le proprie rotte: Lufthansa, British Airways, Klm e Qantas non sorvoleranno più lo Stretto di Hormuz e nemmeno il Golfo di Oman. Ma non per questo diminuiscono i voli per Teheran, che continuano a registrare il tutto esaurito.

«LA TENSIONE tra Washington e Teheran non sembra avere conseguenze dirette sulle prenotazioni», osserva Davood Abbasi, giornalista dell’Irib (l’emittente di Stato della Repubblica islamica dell’Iran), nonché guida esperta di numerosi viaggi nel Paese anche perché parla perfettamente l’italiano. «Sarebbe ragionevole pensare che la situazione geopolitica abbia un impatto sul turismo, ma non è così. In questo momento la nostra agenzia Persia Viaggi sta ricevendo tantissime richieste per luglio e agosto da parte di clienti italiani. Il mese di ottobre, di alta stagione, è tutto prenotato. E abbiamo già prenotazioni per aprile 2020».

NELLA REPUBBLICA ISLAMICA, i turisti italiani si posizionano al terzo posto tra gli europei, dopo tedeschi e francesi. A seguire, olandesi, britannici e austriaci. In termini assoluti, e quindi al di là degli europei, a visitare l’Iran sono soprattutto iracheni (un turismo religioso), azerbaigiani, afghani e turchi. All’undicesimo posto, ci sono i cinesi, dopodiché vengono gli altri europei. A fornire questi dati, presi dalle statistiche iraniane, è Riccardo Viola Pitoni. Novarese, che ha studiato lingua e letteratura persiana a Ca’ Foscari, per trasferirsi dal 2009 al 2017 a Teheran, dove ha lavorato come interprete per l’Ice, prima che tornassero le sanzioni. Ha appena terminato il master in turismo presso l’Accademia creativa del turismo di Milano, domenica tornerà a Teheran per l’agenzia Sebt Tour, dove si occuperà di incoming dall’Europa e di programmare nuovi percorsi all’interno dell’Iran.

AUTORE DEL SAGGIO Iran 1979 (Infinito Edizioni), Antonello Sacchetti ammette che nella giornata di ieri si aspettava «una serie di telefonate di disdetta per i viaggi che sto organizzando nell’Iran dell’ovest tra agosto e novembre. E invece, non solo nessuno ha cancellato le prenotazioni in essere, ma proprio oggi ho ricevuto due nuove iscrizioni».

Nemmeno il tour operator Kel12 ha finora ricevuto disdette: «Abbiamo mandato ai nostri clienti una mail per tranquillizzarli e confermare che partiremo regolarmente per l’Iran dal 9 al 18 agosto, questo viaggio sarà accompagnato dalla nostra tour leader Laura Tonicello, se i clienti hanno dubbi sulla situazione geopolitica ci possono contattare e saranno i nostri esperti a rispondere alle loro domande», commenta Giacomo Iachia, product manager delle destinazioni in Medio Oriente e Asia Centrale. E, aggiunge, «ulteriori viaggi in Iran sono stati già programmati per l’autunno». Neppure Tucano Viaggi ha ricevuto disdette sulla destinazione Iran: «Abbiamo due gruppetti previsti per agosto, dal 3 al 17 accompagnerà la studiosa italo-iraniana Sara Hejazi, mentre dal 10 al 21 ci sarà l’archeologo Davide Pierantonio», racconta Rosanna Mensa, responsabile delle relazioni esterne.

Dopo la firma dell’accordo nucleare del 2015, l’Iran ha visto un boom di turisti, con oltre 5 milioni di stranieri. Nonostante Trump, nei primi cinque mesi del 2018 i turisti sono stati oltre tre milioni.

«FORSE, IL TURISMO tiene botta perché funziona sul passaparola: chi è venuto in Iran racconta agli amici quanto il Paese sia accogliente», commenta Davood Abbasi. E aggiunge: «Se anche il turismo europeo dovesse calare del 5 per cento, questa diminuzione sarebbe compensata dall’aumento di turisti provenienti dalla Cina. In un certo senso, il turismo non sembra lasciarsi condizionare dalle invettive di Trump. Dobbiamo però chiederci che cosa succederà dopo il 7 luglio, ovvero dopo la data del disimpegno iraniano dall’accordo nucleare. Se, per rappresaglia, il ministero degli Esteri italiano metterà l’Iran tra le mete insicure, questo avrebbe sicuramente conseguenze negative sul turismo italiano in Iran».

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