Le cameriere latine si disperano su tacco dodici
Televisione Al Roma Fiction Fest Devious Maids, la nuova serie del creatore di Desperate Housewives, Marc Cherry, dal 9 ottobre su Fox Life
Televisione Al Roma Fiction Fest Devious Maids, la nuova serie del creatore di Desperate Housewives, Marc Cherry, dal 9 ottobre su Fox Life
Sulle vite faticose e mal retribuite delle signore e signorine dall’immacolato grembiule rosa esiste una vera e propria letteratura che, dal cinema (tante commedie all’italiana, Cameriera bella presenza offresi del 51 con un sornione De Sica) passa alla musica (la disco diva Donna Summer ci costruì nel 1983 un vero inno di emancipazione, She works hard for the money…) e, inevitabilmente, ora approda sul piccolo schermo.
Con una variante di non poco conto: le protagoniste assolute di Devious Maids, presentato in anteprima al Roma Fiction Fest, cinque cameriere amiche che tirano a lucido le ville di Beverly Hills sopportando i tanti vizi e le pochissime virtù dei datori di lavoro, sono chicas. Tutte rigorosamente latine, tutte decisamente attraenti sovente in scena caracollanti su tacco dodici. La mente creativa della serie di Abc, che vedremo dal 9 ottobre su FoxLife (Sky), è Marc Cherry , ovvero il padre putativo di Desperate Housewives, con la quale ha più di un’affinità. Dietro la frenesia apparente di una soap opera – il nuovo lavoro di Cherry si ispira a una telenovela messica di successo, Ellas son la alegria del hogar (La gioia del focolare) – si mescolano drama, commedia, sesso aggiungendo qualche elemento di attualità che, nello specifico, è il tema dell’immigrazione. Non è un caso che in veste di produttrice ci sia propria una delle casalinghe disperate, Eva Longoria, già impegnata nella campagna presidenziale di Obama e nelle battaglie a favore degli immigrati.
Ma il punto forte della gioiosa macchina da guerra messa in piedi da Cherry, è l’abile sceneggiatura dove conflitti di classe, stereotipi e cliché al femminile si sovrappongono senza mai creare confusione, relegando (volutamente) i personaggi maschili sullo sfondo, figure negative o decisamente manipolatori…manipolati.
Il prologo – anche qui un evento luttuoso come accadeva in Desperate Housewives con il suicido della protagonista – vale più di mille trattati sulla lotta di classe. «Lavate vestiti che non potete permettervi. E tuttavia, osate sognare una vita migliore. Eroico», dice gelida l’attempata e liftata padrona di casa alla cameriera che poco dopo si farà strada fra gli ospiti di una festa per precipitare (accoltellata, è il mistero della serie che si risolverà solamente nell’ultimo episodio) nella piscina padronale.
Ad accompagnare la première romana, due delle protagoniste, Roselyn Sanchez nel ruolo di Carmen, cameriera con ambizioni artistiche e Edy Ganem, la giovane e avvenente Edy che tenta di sedurre il figlio della padrona di casa (Susan Lucci, soap diva per 40 anni in All my children).
«Non è stato semplice lavorare insieme all’inizio – confessa la Sanchez – perché negli Usa ci sono pochi ruoli per sudamericane e di solito ci trovavamo a contenderci le parti. Qui è stato diverso. Ora le cose stanno cambiando, anche perché la comunità latina è molto numerosa e i nostri gusti, le nostre preferenze contano, visto che andiamo al cinema, a teatro e guardiamo la televisione». E a chi fa notare il rischio di creare figure di personaggi un po’ stereotipate, risponde: «negli Usa molte donne fanno le domestiche, ma tante altre si sono affermate in altri campi. È una serie che affronta tanti generi come il drama, la commedia e il mistery». E, chiosa Edy Ganem: «Certo, alcuni personaggi sembrano caricature… per una volta non sono indiani, neri o ispanici, ma bianchi…»
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