Le avventure per mare e la repubblica dei pirati nel romanzo di Mary
Scaffale Francesca De Tores, «Saltblood. Sangue salmastro», edito da Ne/oN. Il libro, scritto in prima persona, racconta la storia di Mary Read che si arruolò nella marina, in seguito nell’esercito, infine fu processata per pirateria e morì nel 1721
Scaffale Francesca De Tores, «Saltblood. Sangue salmastro», edito da Ne/oN. Il libro, scritto in prima persona, racconta la storia di Mary Read che si arruolò nella marina, in seguito nell’esercito, infine fu processata per pirateria e morì nel 1721
Saltblood. Sangue salmastro di Francesca De Tores edito da Ne/oN con la traduzione di Chiara Puntil (pp. 388, euro 17) è una storia di pirati, anzi di pirate. Il libro, scritto in prima persona, è la biografia romanzata di Mary Read che davvero si arruolò nella marina, in seguito nell’esercito, infine fu processata per pirateria e morì nel 1721.
NEL ROMANZO, la madre decide di educarla come se fosse Mark, il figlio nato da un buon matrimonio che però era morto appena dopo il suo stesso padre. Per continuare a percepire la piccola rendita che la nonna concedeva al suo nipote maschio in cambio di qualche visita, la madre inizia a far finta che Mary, la bambina che le è nata a seguito di un rapporto occasionale, sia Mark: «mà mi ha mostrato, senza mai averne l’intento, che ogni corpo può essere una scelta, e così ogni giorno».
Anche dopo la morte della nonna, Mary continua a essere Mark, nella casa dove va a servizio come sguattero e ancora quando con l’entrata in guerra contro la Spagna decide di arruolarsi nella marina e lo fa facendosi passare per un ragazzo, ovviamente. Nel momento in cui incontra il mare, del resto, poco importa quale sia il suo genere sessuale di appartenenza, la protagonista di questa storia capisce dov’è la sua casa: su una nave.
Mary inizia a riconoscere il canto di ognuna delle imbarcazioni su cui navigherà, negli anni, come gli ha insegnato il suo primo e unico amico Marston, che decide di seguire arruolandosi con lui nell’esercito per fare qualche soldo in più. Qui incontra Dan e dopo anni di segreti e di nascondimenti, gli rivela di essere una donna. Solo in questo momento lo vengono a sapere anche tutti i commilitoni con cui Mary aveva condiviso anni di sangue, orrore e qualche fragorosa risata.
IL MATRIMONIO con Dan segna il momento del congedo dall’esercito per entrambi: si dirigono infatti nelle Fiandre dove lui ha ereditato un’osteria che gestiscono insieme fino a che il destino di Mary non tornerà a bussare alla sua porta con forza e brutalità, riconducendola a salpare per mare. Questa volta non lo farà sotto mentite spoglie, salirà a bordo della nave Walcheren come una donna. Mary scopre Nassau: la patria dei pirati, la città protagonista di infinite storie e leggende ed è qui che incontra Anne Bonny, un’altra pirata realmente esistita. Il loro amore, forse frutto della fantasia di De Tores, si intreccia con il desiderio di libertà e la spregiudicatezza di Jack Rackham, il capitano della William, l’imbarcazione che loro stesse hanno contribuito a rubare in un arrembaggio. Insieme a lui le due donne vivono, finché dura, il sogno della «repubblica di pirati».
Saltblood è un testo a dir poco avvincente, anche se, come Francesca De Tores stessa scrive nella nota storica, la vita delle due donne a cui sono ispirate le vicende raccontate lo è stata forse ancora di più. Per questo risulta davvero notevole la sua capacità narrativa e la sapienza che è riuscita ad acquisire in merito alla navigazione, al modo in cui si viveva su una nave a quell’epoca, più in generale alla vita di una pirata. La ricostruzione di ogni singola scena è fatta ad arte, del resto il suo compito era particolarmente arduo: trasformare in letteratura una realtà che è andata ben oltre l’immaginazione.
LA PERSONAGGIA di Mary ha inevitabilmente i tratti dell’eroe: non ha bisogno di nessuno e compie ogni singola scelta nel totale sprezzo della morte, ma è anche una donna di mare, come lei stessa si definisce, non sa lasciar andare via niente ed è ossessionata dai suoi fantasmi, mentre Anne «è una donna fatta di fiumi. Cresciuta alle foci, tutta la sua vita è stata una partenza dietro l’altra».
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