Il legame speciale tra infanzia e natura era già stato intuito dall’educatrice Maria Montessori che nel suo libro Il metodo della pedagogia scientifica applicato nelle Case dei bambini, pubblicato nel 1909, aveva dedicato un capitolo alla natura quale elemento tra i più importanti per la realtà scolastica.

Oggi lo stile di vita dei bambini dei Paesi di più antica industrializzazione è sempre più sedentario e con minori gradi di autonomia, tanto che la moderna letteratura scientifica parla ormai di un vero e proprio «deficit di natura». La mancanza di esperienze all’aperto riduce la capacità di valutare i rischi da parte dei nostri ragazzi: quanto meno i bambini giocano all’aperto, sperimentando e confrontandosi con la realtà, tanto meno imparano a far fronte alle sfide che dovranno affrontare da adulti. E d’altra parte, sempre più spesso la rapida ascesa di malattie come obesità, asma, allergie, depressione fino ad alcune manifestazioni dell’autismo, viene messa in correlazione con le dinamiche sociali che spingono i ragazzi a passare la quasi totalità del loro tempo seduti, a scuola, in auto o a casa davanti a uno schermo.

La necessità di ripartire dopo il blocco imposto dall’emergenza CoViD-19 ha evidenziato come la nostra scuola sia in affanno rispetto alle nuove misure di sicurezza per contenere il contagio, facendo emergere l’esigenza di spazi aperti e aree verdi. Da qui l’idea del WWF Italia di lanciare una campagna per la realizzare tante «aule natura» da nord a sud della penisola, chiedendo a tutti di contribuire a una grande raccolta fondi (https://www.wwf.it/progetto_sms_aule_natura.cfm). Possono candidarsi ad ospitare le «aule natura» le scuole primarie o gli istituti comprensivi di aree metropolitane con scarsità di verde e/o in territori che devono affrontare particolari problematiche ambientali o sanitarie. Dal successo della raccolta dipenderà il numero delle aule realizzate, ma nel frattempo la prima sarà inaugurata proprio oggi nella Scuola primaria statale «G. Pascoli» a Scanzorosciate in provincia di Bergamo, in un territorio particolarmente segnato dall’emergenza sanitaria dei mesi scorsi.

Le «aule natura» saranno uno spazio a supporto della didattica in grado di garantire la sicurezza degli alunni attraverso un opportuno distanziamento, ma anche di arricchire la didattica in una classe letteralmente «fatta di natura» con differenti microhabitat (stagno, siepi, giardino) dove osservare direttamente le diverse forme di esseri viventi, ma anche la relazione che li collega a noi e tra loro.

Questi luoghi, con piante da frutto, giardini per farfalle, cassette-nido per uccelli, bat-box per pipistrelli, condomini per insetti, permetteranno una didattica multi/interdisciplinare, affrontando concretamente le tematiche ambientali e quelle relative alla sostenibilità.

Come sempre questi progetti concreti devono essere uno stimolo per un’azione più ampia e organizzata che Governo e realtà locali e regionali sono chiamati a mettere in atto. Ora che ci sono consistenti risorse da investire sulla scuola è importante che tutte istituzioni si aprano al nuovo, anzi all’antico visto quello che scriveva all’inizio del secolo scorso la Montessori. L’obiettivo di far diventare la natura parte integrante del percorso educativo e rendere le nostre scuole più verdi deve essere di tutti!