Cultura

Le «armi» Stephen King sbarcano a Scampia

Le «armi» Stephen King sbarcano a ScampiaStephen King

Il caso editoriale Una sfida alle regole dell'industria culturale: Marotta e Cafiero, gloriosa casa editrice napoletana di Posillipo rinata a Scampia dal lavoro di ragazzi nati e cresciuti nel quartiere, si aggiudica «Guns», il pamphlet del maestro del thriller. Un'intervista con Rosario Esposito La Rossa

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 19 gennaio 2021

Un saggio contro le armi firmato dal maestro di thriller e horror Stephen King pubblicato in Italia da Marotta e Cafiero, gloriosa casa editrice napoletana di Posillipo rinata a Scampia dal lavoro di ragazzi nati e cresciuti nel quartiere, mai rassegnati alla faida che ha segnato il rione all’inizio degli anni 2000. Teatro, impegno civile e poi editoria il loro percorso, oggi stampano libri ecologici «pizzo free» su carta riciclata certificata, con inchiostri non inquinanti e colle senza plastificanti.
Guns. Contro le armi (traduzione Ercole Leo, pp.120, euro 15) è anche una sfida alle regole dell’industria culturale: «Abbiamo fatto un passo importante entrando nella promozione e distribuzione Mondadori – racconta Rosario Esposito La Rossa – così abbiamo deciso di contattare un autore planetario come Stephen King, di cui siamo appassionati. Io, in particolare, faccio scouting di testi e ho trovato questo lavoro inedito in Italia. Abbiamo mandato la mail proponendoci per la pubblicazione, all’inizio nessuno ci dava credito, gli agenti ci dicevano: ’Non avete i soldi per sedervi al tavolo di Stephen King’».

LA TRATTATIVA è durata mesi: «L’agente italiano Roberto Santachiara è stato determinante perché ha raccontato a King la nostra storia convincendolo a cederci i diritti. La traduzione l’abbiamo fatta in casa editrice con un italiano molto diretto. Il testo originale si rivolge ai giovani ed è un saggio contro le armi, il nostro obiettivo è renderlo fruibile per diverse fasce di età». Il testo di King parte dal massacro del 2012 alla Sandy Hook Elementary School di Newtown in Connecticut: il ventenne Adam Lanza aprì il fuoco all’interno della scuola elementare uccidendo 27 persone, 20 delle quali tra i 6 e i 7 anni, suicidandosi prima dell’arrivo della polizia.
Il catalogo della Marotta e Cafiero ha in serbo diversi titoli. Oggi esce un altro testo inedito in Italia: Vale la pena lottare. La rivoluzione spiegata ai ragazzi di Che Guevara. In programma lavori di Osvaldo Soriano e Antonio Skármeta mentre l’anno scorso è stata la volta di Patrie di Günter Grass, una serie di saggi su vecchi razzismi e nuove xenofobie. «Vogliamo creare un’industria culturale a Napoli – prosegue – per riempire un vuoto che a Palermo ha colmato Sellerio e a Bari Laterza».
Il catalogo cresce e anche la casa editrice si espande: «Sopra la sede, che è anche la nostra libreria La Scugnizzeria, c’è un appartamento che andrà all’asta venerdì, proveremo a comprarlo per allargarci di altri 150 metri. Se l’operazione va in porto, avremo l’ultimo tassello di un progetto che portiamo avanti da due anni: abbiamo acquistato in giro per l’Italia caratteri in piombo e in legno e macchine tipografiche tipo quella che usava Peppino De Filippo nel film La banda degli onesti (la famosa Bordini e Stocchetti di Torino, ndr), il nostro obiettivo è creare l’ospedale dei libri, un luogo dove i libri non si comprano ma si fanno. Per molti ragazzi i libri fisici sono oggetti oscuri ma magari se li fai inchiostrare si appassionano».

IL LEGAME CON IL QUARTIERE è forte ma non è una muro all’interno del quale rinchiudersi: «Scampia è la sede legale della nostra impresa – conclude Esposito La Rossa -, la nostra origine ora è cherosene e ci rende riconoscibili, ma sarà la qualità dei libri che farà davvero la differenza. Per questo lavoriamo con grande attenzione al nostro catalogo. Cerchiamo di non incatenarci a un cliché, pubblichiamo a Scampia perché è casa nostra ma vogliamo pubblicare bene. Marotta e Cafiero editava libri di Napoli su Napoli, noi vogliamo dare un respiro europeo a quello che facciamo. O implodiamo o esplodiamo, in ogni caso la detonazione la facciamo».

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