Guai piuttosto seri per la multinazionale svizzera Nestlé. Nel mirino della procura di Epinal (Francia) sono finite le sue acque minerali. L’ipotesi della procura, rivelata da una dettagliata inchiesta di «Le Monde» e «Radio France», è che l’azienda leader mondiale delle acque minerali abbia utilizzato trattamenti non legali per purificare l’acqua prelevata dalla sue fonti, che evidentemente non erano così pure come avrebbero dovuto.

Secondo le normative francesi, e non solo, la definizione di acqua «minerale naturale» o di «sorgente» vale solo per quelle acque che non hanno subito trattamenti di «ripulitura».

Nestlè Waters ha ammesso di utilizzare pratiche di trattamento nei suoi siti produttivi, come la luce ultravioletta e filtri a carbone attivo. L’inchiesta ha coinvolto anche il gruppo Alma, produttore di circa trenta marchi di acqua in bottiglia. Sembra che il governo francese fosse a conoscenza da due anni del trattamento illegale. La Ong «Foodwatch» ha sporto denuncia per «truffa», alla Commissione Ue è stata chiesta l’apertura di una inchiesta indipendente.