Lazza, tra urban e rap il lato oscuro della fama
Note sparse Si intitola "Locura" il nuovo album del rapper dopo il successo di "Sirio" e "Cenere", portata a Sanremo 2022
Note sparse Si intitola "Locura" il nuovo album del rapper dopo il successo di "Sirio" e "Cenere", portata a Sanremo 2022
Cenere, con cui aveva partecipato a Sanremo 2022 e il successivo disco Sirio, sono stati il trampolino di lancio di Lazza verso la notorietà e il successo. Ma si sa, il successo ha anche una «parte oscura» e a volte lo paghi.
Ed è proprio da questo concetto, dal fare i conti con la notorietà che, dal punto di vista testuale, parte Locura il nuovo disco del rapper milanese. «Avevo messo in conto il lato negativo della fama. Sta a me trovare il modo di conviverci», ma quello che lamenta nelle sue barre è il dover essere sempre al servizio del pubblico, l’avere sempre un’espressione felice e accondiscendente anche quando non hai voglia. «
Devi avere sempre una immagine, non puoi essere ed esprimere ciò che sei e provi. Ma io – dice Jacopo Lazzarini – mi sento più persona che personaggio. E in questo disco c’è il 50% Lazza, il 50% Jacopo».
Come uomo mi sento realizzato, sto anche per diventare padre, come artista devo sempre crescere e voglio andare comunque oltre i numeri
SICURAMENTE di Jacopo c’è, come confessa lui, la ricerca maniacale della perfezione e nel lavorare più volte i brani, che si tramuta in un album inattaccabile dal punto di vista produttivo e di confezionamento finale.
Locura è musicalmente vario ed esplora differenti ambiti e sfumature musicali dell’urban: c’è la trap, curiosamente unita alla voce di Laura Pausini e al campionamento dello spagnolo José Luis Perales, c’è il rap più «classico», qualche cosa di sperimentale, certe spinte pop e momenti più «rabbiosi».
I brani sono stati scritti «scappando da Milano che non mi dava più stimoli» e viaggiando tra New York, Miami e Los Angeles. Locura ha dalla sua il fatto che la maggior parte dei brani hanno tutte le potenzialità per essere singoli e mancano quei cuscinetti fatti per riempire. E questo anche se l’album dura un’ora esatta.
Ci sono poi le collaborazioni, a partire dalla presenza della regina del pop Laura Pausini: «è una scelta folle e coraggiosa – dice Lazza – mi serviva una voce forte come quella di Laura, che è la prima che si sente nel disco».
E poi gli amici di sempre e quelli nuovi: i «senatori» Sfera Ebbasta, Ghali, Marracash, Guè e i più giovani LilBaby, Artie 5ive e Kid Yugi.
Non mancano nemmeno tutti gli stereotipi del genere: i soldi, i grandi marchi del lusso degli orologi, della moda e delle case automobilistiche. Colpisce la «maturità» di Lazza quando dice: «Come uomo mi sento realizzato, sto anche per diventare padre, come artista devo sempre crescere e voglio andare comunque oltre i numeri», intesi come quelli di vendita e che anche in questa occasione sicuramente non mancheranno d’impennarsi.
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