Lavoro

Lavoratrici delle pulizie in piazza: «Siamo essenziali, ma ci sfruttano»

Lavoratrici delle pulizie in piazza: «Siamo essenziali, ma ci sfruttano»Una manifestazione della Filcams Cgil delle lavoratrici delle pulizie

La Battaglia sui Contratti Il Multiservizi senza rinnovo da 7 anni. A piazza Barberini a Roma, collegate con 40 città. «Confindustria non vuole rinnovare»

Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 21 ottobre 2020

Sono le lavoratrici che hanno garantito all’intero paese di non fermarsi durante il lockdown: sanificando ospedali, strutture sanitarie, scuole, uffici, fabbriche, mezzi di trasporto, stazioni. Oltre 600 mila addette del settore delle pulizie e «servizi integrati», tutti accomunati dal contratto nazionale Multiservizi, contenitore in cui spesso vengono fatti rientrare lavoratori sfruttati di altri comparti.
Un settore e un contratto che però ora vogliono affrancarsi dalla nomea negativa, riscattando sette anni di attesa del rinnovo con una richiesta salariale e di diritti che ridia dignità a una parte di mondo del lavoro sempre poco considerata, ma essenziale.
Anche in un momento di restrizioni, domani le lavoratrici delle pulizie saranno in piazza a Roma. L’appuntamento per la manifestazione unitaria è a piazza Barberini alle ore 14.30. Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti protestano a sostegno della vertenza.
Sono circa 100 le persone autorizzate a prendere parte in presenza alla protesta a Roma, per il rispetto delle misure anti Covid, mentre altre centinaia di lavoratrici e lavoratori si collegheranno via Zoom da ognuna delle altre piazze della mobilitazione organizzate in oltre 40 da da Aosta ad Agrigento, una grande piazza virtuale per chiedere alle associazioni datoriali e alle imprese il rinnovo del contratto.
«Una mobilitazione nazionale resasi necessaria per l’indisponibilità delle associazioni datoriali, con in testa Anip Confindustria, a dare un giusto e dignitoso rinnovo del Contratto agli addetti del comparto, che hanno dato prova di grande senso di responsabilità in piena fase emergenziale e, ancora oggi, nella seconda ondata ormai conclamata, sono in prima linea – sostengono Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltraporti – . Vogliamo mantenere alta l’attenzione su una vertenza che coinvolge centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori di un settore quanto mai essenziale per la tenuta del sistema che meritano un rinnovo contrattuale che definisca trattamenti economici e normativi congrui e dignitosi, che tuttavia le associazioni datoriali (Anip Confindustria, Legacoop, Confcooperative, Confapi, Agci) e le imprese ostinatamente non vogliono riconoscere».
«Il presidente della repubblica Matteralla proprio oggi ha premiato una lavoratrice che fa pulizie negli ospedali con una medaglia per l’impegno durante il Covid – dice Cinzia Bernardini, segretaria nazionale di Filcams Cgil – ma lei come le tante altre che non si sono mai fermate non vogliono essere considerate eroine, vogliono un giusto riconoscimento: il rinnovo contrattuale dopo ben sette anni. Il riconoscimento è dovuto: sono le persone che entrano nei reparti Covid, che prendono una sacca di sangue, che puliscono le scuole dei nostri figli. Hanno salari bassi e sono quasi tutte part time involontarie. E in questi anni il settore non è stato in crisi con grandi aggregazioni e multinazionali a vincere gli appalti pubblici e ora, anzi, a causa del Covid c’è più richiesta di sanificazione», sottolinea Bernadini.
I sindacati hanno chiesto un aumento di 130 euro a regime, «ma la trattativa non sta andando avanti, ci hanno presentato una lunga serie di richieste: maggiore flessibilità, difficoltà a pagare la carenza malattia. La verità è che non c’è la volontà di andare a rinnovo. Le associazioni datoriali sono divese: Legacoop e altre cooperative dicono di volerlo fare, Anit Confindustria ha le posizioni più rigide». Non una novità, Bonomi docet.

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