Una formazione classica e un percorso che si muove verso l’elettronica. Laura Masotto ha pubblicato con l’etichetta berlinese 7K! il nuovo album The Spirit of Things, dieci tracce composte con archi, looper e sintetizzatori ascrivibili a quel genere che oggi si chiama «modern classical». «Da giovane studiavo il violino al conservatorio, però ho sempre amato la musica moderna, suonavo in varie band con il violino elettrico. Non sapevo quale potesse essere il mio spazio» spiega la violinista e compositrice veronese. «Un giorno ho letto un’intervista di Joep Beving, pianista olande dove diceva di aver composto in modo spontaneo una musica che non era classica ma nemmeno contemporanea con un pianoforte sgangherato e anche un po’ scordato. L’aveva registrata a casa senza particolari mezzi: il disco ha iniziato a girare e a ricevere grande attenzione. Allora mi sono detta: ‘Quindi si può creare qualcosa di questo tipo e alle persone può piacere!».
SUL PERCHÉ in Italia la scena sia meno vitale Masotto ha la sua risposta: «Noi arriviamo dalla lirica e siamo molto legati alla voce. La musica strumentale, in generale, fatica. Però vedo che c’è un’apertura». Da Human fino a North, l’album è un viaggio dagli orizzonti vasti, ampi, che sembrano esprimere fascinazione per l’immensità del mondo naturale, in cui l’uomo torna a essere un piccolo puntino in mezzo al resto. «L’album per me è nato grazie a una serie di viaggi sciamanici fatti negli ultimi anni» racconta Masotto. «Dopo quest’esperienza ho provato a guardare l’essere umano dalla prospettiva degli animali, in questo momento storico di caos. Quindi ho composto il primo brano, Dark Horses, e da lì sono susseguiti gli altri. È stato abbastanza un flusso, per cui il disco va pensato come un intero, non una serie pezzi singoli».
SE IN BRANI quali Dark Horses la grandezza della natura è percepita come qualcosa di aereo e atmosferico, in Labirinto sembra di scivolare sottoterra, nell’oscurità. Under the Bombs, invece, esprime l’attesa verso ciò che è sconosciuto e può sembrare minaccioso. «In questo lavoro ho quasi sempre costruito delle ritmiche fisse con i sintetizzatori, che mi dessero la possibilità di creare melodie libere con gli strumenti ad arco, il violino principalmente» aggiunge la compositrice. «Mentre le parti dei sintetizzatori sono studiate, le parti di violino sono spesso le prime improvvisazioni, perché mi sembra che le idee quando nascono siano più fresche, più intense».
The Spirit of Things è il terzo album di Laura Masotto e arriva dopo Fireflies del 2019, composto con solo violino e loop station, e WE del 2021, primo esperimento con archi e sintetizzatori per 7K!. Nel mezzo si moltiplicano le collaborazioni, fra cui due uscite importanti per la storica etichetta tedesca Deutsche Grammophon: da un lato il brano Sol Levante per la violinista Mari Samuelsen, inserito nell’album Lys insieme ai lavori di altre compositrici; dall’altro la rielaborazione di Shéhérazade di Rimskij-Korsakov per Summer Tales, una raccolta di rivisitazioni di pezzi classici firmate da produttori, dj e giovani compositori contemporanei. Raccolta, questa, che sembra un tentativo da parte di Deutsche Grammophon di avvicinare i giovani alla musica classica.