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Laura Bispuri, «così si trasforma la vergine giurata»

Laura Bispuri, «così si trasforma la vergine giurata»Laura Bispuri

Berlinale Tratto dal romanzo di Elvira Dones, il film è con le parole della regista, «una lunga soggettiva» della protagonista Hana

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 13 febbraio 2015

Tratto dal romanzo omonimo di Elvira Dones, Vergine Giurata è, con le parole della regista Laura Bispuri, «una lunga soggettiva» della protagonista Hana/Mark, interpretata da Alba Rohrwacher e «congelata» in un’identità divisa tra due generi. Hana, albanese, ha infatti seguito il codice arcaico Kanun ed è diventata una vergine giurata: una donna che fa giuramento di eterna verginità ed è «autorizzata» a diventare un uomo e venire per sempre trattata come tale. «Non volevo fare un’ eccessiva caricatura – spiega Laura Bispuri – quindi il lavoro più complesso è stato rendere questa trasformazione la più delicata possibile».

«Il cinema ha già raccontato in modo bellissimo di donne che sono diventate uomini – aggiunge Alba Rohrwacher – per cui abbiamo cercato il nostro modo di raccontare questa creatura che sta nel mezzo, lavorando su cose molto piccole in maniera graduale. Poi improvvisamente il personaggio era lì, come se da qualche parte abitasse dentro di me».

«È il racconto di un corpo congelato che poco a poco arriva ad uno scongelamento – continua la regista – per cui una delle scene finali in cui lei è a casa, spogliata, e si asciuga i capelli, racconta proprio la riuscita nell’impresa di riconoscersi nel proprio corpo». Ma il caso raccontato dal film è cosa rara, come racconta ancora Laura Bispuri a proposito dei suoi incontri con delle vere vergini giurate durante la preparazione del film.

«La più giovane che ho incontrato aveva circa 35 anni ed era molto dura: alle mie domande sulla negazione dell’amore continuava a ripetere che per lei l’amore è la morte.Tutte loro colpiscono perché sono creature a metà, anche se ognuna è diversa perché diversi sono i motivi che le hanno portate a fare questa scelta. Ma una cosa che le accomuna è che in realtà sono pochissime quelle che poi hanno abbandonato come noi abbiamo raccontato nel film: parliamo di luoghi in cui la parola data ha un senso molto forte».

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