L’Auchan licenzia, la Whirlpool discute
Esuberi Ben 1500 per il gruppo di supermercati. Mentre l’azienda del bianco è disposta a confrontarsi sui suoi 1350. Sciopero il 9 maggio nella catena di distribuzione. Indesit, la Fiom apprezza la mediazione di Guidi
Esuberi Ben 1500 per il gruppo di supermercati. Mentre l’azienda del bianco è disposta a confrontarsi sui suoi 1350. Sciopero il 9 maggio nella catena di distribuzione. Indesit, la Fiom apprezza la mediazione di Guidi
Non si ferma la valanga dei licenziamenti, nonostante la retorica del governo veda la ripresa ormai a portata di mano. Il gruppo della grande distribuzione Auchan ieri ha annunciato ben 1500 procedure di mobilità, e i sindacati hanno subito replicato con uno sciopero, indetto per il 9 maggio. Ma intanto dal fronte Whirlpool viene una buona notizia, perché l’azienda americana, pur avendo confermato per ora i suoi 1350 esuberi, ha però dichiarato la disponibilità a discutere tutto il suo piano industriale, incluso il “nodo” Carinaro (stabilimento per cui al momento è prevista la chiusura).
Auchan occupa 11.422 dipendenti e ha 51 sedi in Italia. Una buona parte riguarda i supermercati siciliani: nell’isola la società conta 1.137 dipendenti in sei punti vendita – Palermo, Carini (Pa) Melilli (Sr) e tre nel catanese – e i posti di lavoro a rischio sono 267. Tra le ragioni addotte, secondo quanto ha dichiarato il sindacato, ci sarebbe la “concorrenza sleale” di altre catene, che soprattutto al Sud non applicherebbero i contratti nazionali.
Passando alla vertenza Whirlpool, a Carinaro, per ora, la prendono bene: il primo impegno che il tavolo ministeriale guidato da Federica Guidi e dalla sottosegretaria Teresa Bellanova è riuscito a strappare all’azienda è considerato un passo avanti. «Ma è solo l’inizio di una trattativa che sarà lunga», spiega il segretario casertano della Fiom Cgil, Massimiliano Guglielmi. La dichiarazione che l’ad di Whirlpool ha rilasciato alla chiusura dell’incontro di Roma rappresenta una possibilità su cui lavorare: «Siamo aperti al confronto e al dialogo su tutti i contenuti del piano, anche sulla chiusura di Carinaro, pur confermando che questo è il miglior piano per dare continuità alla sostenibilità industriale del bianco in Italia», ha detto Davide Castiglioni.
Insomma, per il momento i 1350 esuberi restano tutti sul tavolo, non ne viene ritirato neppure uno, e anzi si ribadisce che per ora quello resta il piano della multinazionale Usa che l’anno scorso ha acquisito la Indesit. Ma perlomeno un tavolo c’è, e forse – se tutti i soggetti si sforzeranno – una soluzione si potrà trovare.
Il tavolo di ieri era parecchio affollato, anche di politici (probabilmente perché nelle regioni coinvolte siamo sotto elezioni regionali): all’incontro presso il ministero dello Sviluppo, oltre alla ministra Guidi e alla sottosegretaria al Lavoro Bellanova, c’erano 130 rappresentanti di istituzioni locali, azienda, sindacati, Confindustria e Federmanager. Tra questi, il governatore della Campania Stefano Caldoro, quello delle Marche, Gian Mario Spacca, l’d di Whirlpool Castiglioni ed esponenti di Fiom, Fim, Uilm e Ugl.
«Azienda e sindacati – spiega al termine dell’incontro una nota di Federica Guidi – hanno accolto favorevolmente la proposta del ministro dello Sviluppo economico di avviare un confronto senza pregiudiziali sul piano industriale Whirlpool, incluso lo stabilimento di Carinaro. Il tavolo riprenderà mercoledì prossimo e proseguirà il 5 e 8 maggio».
Il piano presentato ieri da Whirlpool al ministero, ricalca finora quello degli annunci, ma appunto con l’aggiunta che si apre un dialogo su tutto: investimenti per 500 milioni in quattro anni ma anche 1350 esuberi, da fare dopo il 2018, e la chiusura di due stabilimenti e un centro ricerca. L’azienda spiega che «questo è il miglior piano per garantire un futuro sostenibile e una presenza in Italia duratura nel tempo».
«È piuttosto inedito l’appoggio che il governo mostra rispetto alle nostre ragioni – riprende Guglielmi della Fiom – Lo dico perché due anni fa un altro governo, al contrario, accelerò per la chiusura di Teverola. Bene quindi, ma: noi continueremo a mobilitarci». Fim, Fiom e Uil nazionali, insieme a Cgil, Cisl e Uil dicono che «non si possono accettare le chiusure dei siti, vanno escluse». E per la sottosegretaria Bellanova l’obiettivo della trattativa è «salvaguardare tutti i dipendenti».
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