Lattine di Coca e profilattici applicati alla bici
In rete si trovano decine di tutorial sugli usi alternativi della (omissis) Cola, la bevanda più sopravvalutata della storia umana ma non del tutto inutile purché non la si compri […]
In rete si trovano decine di tutorial sugli usi alternativi della (omissis) Cola, la bevanda più sopravvalutata della storia umana ma non del tutto inutile purché non la si compri […]
In rete si trovano decine di tutorial sugli usi alternativi della (omissis) Cola, la bevanda più sopravvalutata della storia umana ma non del tutto inutile purché non la si compri per berla.
Sono stranote le sue capacità come sgrassante, antiruggine, smacchiatore, addirittura insetticida, tutto grazie alle sostanze acide contenute in quel bollicinoso liquido marrone. Qui invece vorrei parlare dell’uso, molto meno conosciuto, dell’alluminio utilizzato per confezionare le lattine, in special modo dell’alluminio di colore rosso. Mi perdonerete i giri di parole, ma di solito con gli staff legali delle multinazionali si finisce male.
Dunque la lattina rossa: si parla di quella «tradizionale» e non di quelle nuove dalla forma allungata che sono in acciaio, le cui caratteristiche devo ancora scoprire.
Quelle in alluminio hanno il materiale più sottile in circolazione, eccezionale anche per duttilità. Il suo utilizzo principale in meccanica è quello di creare spessore laddove le tolleranze siano un po’ incerte, ovvero i due pezzi da accoppiare «ballino» un po’ o comunque siano instabili.
Per esempio negli accoppiamenti tra i vari componenti dell’anteriore della bicicletta: la forcella si inserisce nel tubo sterzo del telaio e ha diversi aggeggi che ne consentono la rotazione, chiamati collettivamente «serie sterzo»: anello, cuscinetti, piste di scorrimento calettate per i cuscinetti, anelli di ritenuta nelle serie sterzo tradizionali filettate. Tutta questa chincaglieria si deve accoppiare perfettamente, e può capitare che l’anello inferiore che si innesta nel corpo della forcella balli un po’ (la meccanica è la più inesatta delle tecnologie esatte); di solito pochi decimi di millimetro, sufficienti tuttavia per far ballare la forcella con conseguente fastidio nella guida.
Bastano una o due striscioline di alluminio dalla lattina tra anello e forcella per far finire questa fonte di notevole irritazione. La duttilità di quel tipo di alluminio è tale che il materiale tende a seguire ogni microasperità dei pezzi da accoppiare, diventando di fatto solidale con questi. Lo spessore esiguo, che altre lattine non hanno, consente la correzione di fino dei difetti sopra ricordati. Per ottenere questo prezioso materiale non serve acquistarlo ma basta dare un’occhiata nei cestini dei bar o simili.
Un altro materiale eccezionale per la correzione dei difetti meccanici è il lattice, anche questo di facilissima reperibilità. Per esempio i preservativi, che in massima parte sono fatti in questo materiale naturale. Il lattice è un fantastico frenafiletti, cioè impedisce l’allentamento della minuteria filettata presente nella bicicletta; i meccanici professionisti usano sostanze di sintesi sicuramente efficaci ma costose, mentre l’uso abbastanza generalizzato del profilattico ne rende disponibile il riutilizzo a fine carriera; o, per chi non ritiene accettabile il riuso, è comunque poco dispendioso usarne uno nuovo per l’uso applicato alla bici. Naturalmente non suggerirò di rovistare nei cestini. In alternativa al profilattico si possono utilizzare, nei casi in cui serva uno spessore più consistente, delle piccole rondelle ricavate dal laccio emostatico, anche questo in lattice: generalmente è la scelta migliore per annullare l’allentamento delle boccole che uniscono la corona anteriore alle pedivelle. Si usa il lattice perché è un materiale che tende a impastarsi all’interno delle filettature, determinante per la tenuta dell’accoppiamento. Si trova in farmacia e costa pochissimo.
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