Latte scremato? Probabilmente, almeno per i bambini, è meglio intero
Nonostante sia un dato ritenuto finora indiscutibile, l’utilità del consumo del latte parzialmente o totalmente scremato non è del tutto chiara. Nonostante questa operazione tecnologica riduca la componente lipidica del […]
Nonostante sia un dato ritenuto finora indiscutibile, l’utilità del consumo del latte parzialmente o totalmente scremato non è del tutto chiara. Nonostante questa operazione tecnologica riduca la componente lipidica del […]
Nonostante sia un dato ritenuto finora indiscutibile, l’utilità del consumo del latte parzialmente o totalmente scremato non è del tutto chiara. Nonostante questa operazione tecnologica riduca la componente lipidica del latte (ricca di grassi saturi, dannosi per il colesterolo e che aumentano il rischio cardiovascolare) alcuni studi più recenti non hanno infatti osservato alcun beneficio associato al consumo di latte scremato rispetto al latte intero. In uno studio pubblicato sulla rivista The American Journal of Clinical Nutrition nel dicembre 2019 sono stati esaminate 28 ricerche che hanno confrontato gli effetti del consumo di latte intero con quello di latte parzialmente scremato o scremato in più di 20.000 bambini di 7 Paesi, compresa l’Italia (insieme a Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Brasile, Svezia e Nuova Zelanda).
I dati raccolti non evidenziano alcun effetto negativo del consumo di latte intero sul peso o sulla composizione corporea in età pediatrica. Risulta, al contrario, una relazione favorevole tra il contenuto di lipidi nel latte regolarmente consumato e la riduzione del rischio (tra il 25 e il 40%) di eccesso ponderale nei bambini. Non sono attualmente chiari i meccanismi che giustificano questo effetto favorevole. I ricercatori sottolineano che il dato è solido, essendo comune a tutti gli studi esaminati. Il che dovrebbe almeno suggerire di rivedere la raccomandazione, presente da decenni nelle linee guida nutrizionali Usa ed europee, di preferire al latte intero quello parzialmente scremato per ridurre il rischio di obesità in età pediatrica. Ben altro si dovrebbe fare per limitare il rischio di obesità e di sovrappeso nei bambini. Ad esempio ridurre o eliminare totalmente gli alimenti che contengono zucchero aggiunto. Non solo le bibite gasate, i biscotti e i gelati, ma anche gli alimenti industriali che lo contengono come piselli in scatola, maionese, «cereali» per la prima colazione, succhi di frutta, fette biscottate, ecc. (tra l’altro, in buona parte sostituibili con preparazioni casalinghe). Lo zucchero produce importanti innalzamenti della glicemia, inducendo la produzione di grandi quantità di insulina da parte del pancreas. L’insulina è un ormone che favorisce l’accumulo di grasso nei tessuti e ne rallenta l’utilizzazione a fini energetici. Quindi, più aumenta l’insulina nel sangue e maggiore è la tendenza al sovrappeso e all’obesità.
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