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L’asse Renzi – Berlusconi balla sul nuovo senato

L’asse Renzi – Berlusconi balla sul nuovo senatoSilvio Berlusconi

Riforme Il premier promette tutto a tutti. Ma a giorni dovrà svelare le sue carte

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 26 febbraio 2014

Al senato ancora ancora qualche brusio c’era stato. Alla camera per Renzi è stata solo discesa, ed è probabile che la luna di miele proseguirà almeno fino al tornante delle elezioni europee. Sempre che il premier trovi modo di superare il primo grosso scoglio: la legge elettorale con annesso dialogo con Berlusconi. Renzi dovrà farci i conti subito quando, a giorni, la legge elettorale arriverà alla Camera. Per ora se l’è cavata come il più navigato tra i politicanti di mestiere. Ha promesso tutto a tutti, senza però farsi sfuggire nemmeno un mezzo impegno in pubblico.

L’obiettivo dei centristi è far saltare l’asse con Berlusconi imponendo modifiche alla legge elettorale inaccettabili per il Cavaliere. L’inserimento delle preferenze resta il cavallo di battaglia ufficiale ma l’obiettivo reale è piuttosto l’abbassamento delle soglie di sbarramento, in particolare di quella per le coalizioni dal 12 al 10%. Il vero braccio di ferro, però, non riguarda i contenuti della legge ma i tempi della sua entrata in vigore. Nei colloqui col premier i partiti centristi hanno chiesto l’approvazione dell’emendamento Lauricella o di un altro affine. Qualcosa, insomma, che vincoli l’entrata in vigore dell’Italicum alla riforma del senato.

La richiesta ha una doppia valenza, concreta e simbolica. Dal punto di vista pratico vorrebbe dire togliere a Renzi l’arma di ricatto più minacciosa, quella di un ricorso alle urne da cui gli alleati uscirebbero tutti a pezzi. Simbolicamente, significherebbe invece la denuncia dell’asse con Berlusconi. Se poi il cavaliere reagisse, come vorrebbero molti tra i suoi parlamentari, facendo saltare il patto del Nazareno, la vittoria dei centristi sarebbe piena. A quel punto non ci sarebbe più quella «doppia maggioranza» che li tiene svegli la notte.
Renzi ha aperto solo ambigui spiragli. Con Verdini è stato meno reticente. Ha promesso senza perifrasi che si atterrà all’accordo stretto con Berlusconi. In aula ha sì segnalato che la riforma elettorale e la soppressione del senato costituiscono, politicamente, un corpo unico. Però sino a citare un vincolo ufficiale non si è certo spinto. Tanto più che lo stesso Napolitano avrebbe esternato fortissimi dubbi sulla costituzionalità della riforma del senato che si sta profilando e tutto rischierebbe di quindi di slittare alle calende greche. Di qui la convinzione, condivisa anche da Berlusconi, che sarà forse inevitabile votare prima della riforma del senato.

Renzi ha quindi tutte le intenzioni di cercare una via d’uscita istituzionale, qualcosa che gli permetta di sorvolare sull’emendamento-cappio come se non fosse sua responsabilità ma necessità oggettiva. I dubbi di costituzionalità, peraltro fondatissimi, si presterebbero perfettamente alla bisogna.

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