L’arte contemporanea interroga il governo
Pandemia Il Forum con i tavoli tematici ha concluso la sua discussione e redatto un documento che richiede scelte politiche a favore degli operatori del settore, messo a dura prova dall'emergenza sanitaria
Pandemia Il Forum con i tavoli tematici ha concluso la sua discussione e redatto un documento che richiede scelte politiche a favore degli operatori del settore, messo a dura prova dall'emergenza sanitaria
Il Forum dell’arte contemporanea italiana ha concluso (online) i suoi lavori chiamando a raccolta moltissimi operatori e operatrici del settore che, in una serie di «tavoli tematici», si sono confrontati sulla situazione drammatica delle loro attività culturali. E il documento conclusivo – frutto di oltre un mese di discussioni e accesi dibattiti – è stato inviato al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al ministro Dario Franceschini dai coordinatori dei sei tavoli che ne hanno costituito l’ossatura e il board del Forum stesso.
Al suo interno, circolano idee e strategie scaturite dalla partecipazione di centinaia di esperti: artisti, direttori di istituzioni, curatrici e curatori, critici d’arte, galleristi, giornalisti, collezionisti, ma anche legali, politici, amministratori, ricercatori.
NATO CON L’OBIETTIVO di rispondere alla crisi economica e alla pressione a cui la pandemia di covid-19 ha sottoposto l’arte contemporanea (la mancanza di interventi da parte del governo minaccia la sua stessa continuità di esistenza), il documento intende sollecitare il mondo politico a riconoscere l’importanza essenziale del settore e dei suoi operatori, invitando alla predisposizione di nuove regole e leggi che possano sopperire allo svantaggio strutturale del sistema dell’arte italiano rispetto a quello, sostenuto con misure economiche ad hoc, di altri paesi.
Il documento (scaricabile qui e su forumartecontempornea.it/documenti) si articola con diverse proposte al governo. Urgente è, in primis, un intervento di sostegno sia nei confronti delle istituzioni che degli operatori delle arti visive la cui attività è stata pesantemente ridotta dall’emergenza sanitaria, superando le barriere burocratiche che rendono questi lavoratori – temporanei, precari, freelance – poco circoscrivibili, così come la materia di cui si occupano. Si ritiene poi necessario dare corso a un new deal culturale con l’intervento anche dei privati, concedendo l’Art bonus (peraltro esteso già allo spettacolo) a tutte le tipologie di organizzazioni intorno all’arte contemporanea. Infine, il Forum crede nell’arte come strumento di crescita sociale, legata a un’idea di welfare e di cura, vicina alle comunità, ai territori. Così, per costruire un nuovo modello di Paese, i partecipanti al lungo simposio chiedono di diventare finalmente «visibili», di essere chiamati a sedersi ai tavoli di discussione per sviluppare insieme le riforme strutturali di cui l’Italia ha bisogno. Il rilancio può anche partire dalla cultura e dai suoi immaginari e non solo dalle stanze dell’economia.
Fra le altre questioni, si affrontano le problematiche insite nelle istituzioni indipendenti, e quelle del mercato, tra cui si registrano richieste di sconti di Iva, ma anche l’impegno a tassare le plusvalenze di una certa entità.
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