Europa

L’arresto di un mitomane

Agguato a Libération Il colpevole trovato inebetito dai tranquillanti in un garage della periferia di Parigi. Si chiama Abdelhakim Dekhar, già noto alla polizia per aver partecipato al massacro della place de la Nation nel '94. In due lettere, accusa il capitalismo e i media di "complotto fascista" e di "manipolazione di massa"

Pubblicato quasi 11 anni faEdizione del 22 novembre 2013
A.M.M.PARIGI

Il responsabile dell’agguato a Libération, dove ha ferito gravemente un giovane fotografo (ormai uscito dal coma), è stato arrestato nella serata di mercoledi’, privo di sensi, in un garage sotterraneo a Bois-Boulogne, nella periferia di Parigi, su segnalazione del padrone di casa, che a volte lo ospitava ed era appena rientrato da un viaggio all’estero. Nella notte, il ministro degli interni, Manuel Valls, ha confermato che il Dna dell’individuo trovato sia a Libération che sulle cartucce lasciate nel corso dell’irruzione a BMFtv venerdi’ scorso e sull’auto presa in ostaggio lunedi’ alla Défense, corrispondono a quelle dell’arrestato. Si tratta di Abdelhaim Dekhar, un uomo di 48 anni, già noto alla polizia: nel ’94, aveva partecipato alla folle corsa di due marginali, Florence Rey e Audry Maupin, in place de la Nation, che, in una tragica replica del film Born to kill di Oliver Stone, dopo aver aver derubato delle armi in un deposito a Pantin avevano aperto il fuoco contro dei poliziotti. C’erano stati cinque morti (quattro poliziotti, un autista di taxi e il giovane rapinatore, Audry Maupin). Dekhar era stato condannato a 4 anni di carcere per aver fornito un’arma ai due marginali. Poi era sparito dalla circolazione. Il suo Dna non era schedato, perché questa pratica è iniziata solo nel 2000.

L’interrogatorio di Dekhar era in corso ieri pomeriggio. Al momento dell’arresto, accanto all’uomo inebetito dalle medicine in un tentativo di suicidio sono state trovate due lettere. Ci sono accuse confuse, una denuncia di “complotto fascista”, contro il “capitalismo”, critiche verso la “gestione delle banlieues”. I media sono accusati di partecipare a una “manipolazione di massa”, di “far ingoiare bugie poco alla volta”. Una degli avvocati che lo aveva difeso nel processo del ‘98, Emmanuelle Hauser-Phélizon, si ricorda di “un uomo enigmatico, strano”. Un altro avvocato, Raphaël Constant, afferma di “non aver mai saputo bene chi fosse, diceva di essere dei servizi segreti francesi o algerini, pretendeva di essere stato incaricato di infiltrare l’ultra-sinistra, che avrebbe stabilito legami con gli islamisti e il Gia algerino”. Militante legato agli autonomi? Provocatore? Infiltrato su missione dei servizi segreti? Piuttosto un marginale, mitomane. In occasione del processo nel ’98, gli psichiatri avevano parlato di “un individuo con tendenze all’affabulazione e alla mitomania”. Con gli autonomi non aveva più avuto nessun legame, visto che aveva ingiustamente denunciato varie persone, dichiarate poi innocenti dalla giustizia.

Difficile anche stabilire legami tra i fatti del ’94 e i luoghi scelti venerdi’ e lunedi’ nel folle tragitto di Dekhar: il caporedattore di BFMtv, Philippe Antoine, che è stato minacciato di morte venerdi’, aveva in effetti seguito come reporter per la radio Rtl i fatti del ’94, ma oggi esclude qualsiasi legame e parla di “pura coincidenza”. Anche a Libération, la giornalista Patricia Tourancheau che aveva seguito molto a fondo quei fatti non vede “nessun legame” con l’attacco di lunedi’. C’è comunque un’altra stranezza: lunedi’, quando nessuno aveva ricordato i fatti del ’94, l’articolo di Wikipedia sul caso Rey-Maupin aveva registrato un numero stranamente alto di clic. Ieri, il quotidiano Libération è stato costretto a chiudere i commenti all’articolo sull’arresto di DEkhar, troppo violenti.

Nel ’94, la Francia intera era stata scossa dalla violenza a place de la Nation. La cultura pop aveva recuperato i fatti. Brani musicali vi avevano fatto riferimento, cosi’ come dei romanzi e dei film (un riferimento c’è anche nel film La cerimonia di Claude Chabrol), oltre a dei lavori artistici di Claude Lévêque.

 

 

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