Una sera di quarant’anni fa facemmo una strana gita ai Castelli Romani. Il nostro era un lavoro curioso: più che con il giornalismo era imparentato con il teatro, con il cinema, naturalmente con il fumetto – allora molto più in voga di adesso- e condito con un pizzico di letteratura e di incoscienza. La chiamavamo satira. La gita di quella sera in particolare aveva a che fare con il cinema. In qualche modo sarebbe stato un omaggio alla commedia all’italiana, alla quale non ci sentivamo particolarmente legati, ma che in fondo faceva parte della nostra mal/educazione giovanile. Nel portabagagli di...