Per fortuna che Angelino c’è. Con invidiabile tempismo il ministro degli interni Alfano, alla vigilia dell’ennesimo scandalo che si è abbattuto sull’Expo, ha addolcito le norme che regolano gli appalti legati alla fiera internazionale. Maroni, Pisapia e il presidente della provincia di Milano Podestà hanno assicurato che l’evento resterà “mafia-free”. Auguri. Ma è stato il commissario Giuseppe Sala a spiegare la vera ratio del provvedimento: “Nostro obiettivo è alleggerire le procedure perché è l’unico modo per rispettare i tempi”.
Sala ieri ha dovuto convocare di corsa il cda di Expo in via Rovello a Milano dopo che la sede era stata perquisita dalla Direzione investigativa antimafia.
Sala adesso dovrà rendere conto anche alla commissione parlamentare antimafia su richiesta del presidente Rosy Bindi, mentre il presidente della commissione Antimafia del Consiglio regionale della Lombardia, Gian Antonio Girelli (Pd), ha chiesto al governatore Roberto Maroni di presenziare ad una loro seduta.
La gravità dell’ennesima bufera giudiziaria costringerà anche il presidente del consiglio Renzi a salire di corsa a Milano già martedì prossimo per cercare di salvare un evento che non lo ha mai appassionato. La “cupola” di Frigerio e Greganti si sarebbe interessata anche del grande affare della Città della Salute a Sesto San Giovanni e di un serie di appalti nella sanità. Per quanto riguarda l’Expo avrebbe pilotato appalti sulle case per ospitare le delegazioni straniere e per le vie d’acqua, il progetto di canali contestatissimo da molti cittadini e comitati milanesi delusi anche dal sindaco Pisapia. Costamo 160 milioni, non saranno mai pronti per Expo ma si faranno comunque. Anche fuori tempo massimo.