«Sosteniamo il diritto fondamentale dei giornalisti di lavorare in sicurezza dentro Gaza, dove molti dei nostri colleghi hanno tragicamente perso la vita». Lo si legge in un appello – «Libertà di informazione in tempo di guerra» – sottoscritto da giornaliste e giornalisti italiani e internazionali: la regista Laura Poitras, Anne Poiret, Francesco Zizzola, Rasha Qandeel, reporter di guerra come Giovanna Botteri, Lucia Goracci, Marc Innaro, Alberto Negri, Laura Silvia Battaglia al-Jalal e altri nomi del giornalismo italiano – Riccardo Iacona, Milena Gabanelli, Corrado Formigli, Nello Scavo.

Oltre a organizzazioni stampa quali France 24 e Freedom of the Press Foundation Usa. «Chiediamo a Israele – si legge nell’appello – che consenta l’accesso a Gaza affinché si possa coprire questa guerra di vitale importanza per i nostri paesi e il nostro futuro».

Il testo dell'appello
Ci troviamo di fronte a una situazione drammatica che richiede il nostro intervento immediato. La stampa internazionale rivolge una richiesta urgente a Israele: consentire l’accesso a Gaza per coprire una guerra di importanza vitale per i nostri Paesi e il nostro futuro. Questa non è solo una richiesta per noi giornalisti, ma un appello in difesa dei principi fondamentali che stanno alla base di ogni società libera e democratica. La libertà di parola, l’importanza della copertura giornalistica in tempo di guerra, il diritto di informare e di essere informati sono i pilastri su cui si fonda la nostra società. Questi principi non conoscono confini nazionali, razze o religioni. Sono principi universali e rappresentano l’anima stessa della nostra civiltà. Sosteniamo il diritto fondamentale dei giornalisti di lavorare in sicurezza a Gaza, dove molti dei nostri colleghi hanno tragicamente perso la vita mentre cercavano di comunicare notizie al mondo. La guerra in corso a Gaza è una questione che coinvolge non solo Israele e la regione, ma anche il destino di tutti noi, ovunque ci troviamo. È una guerra che influenza il nostro futuro, che sta plasmando il mondo in cui cresceranno le prossime generazioni. Eppure, ci troviamo in una posizione in cui siamo costretti a non poter raccontare questa storia drammatica. Non si tratta solo di un’ingiustizia nei confronti dei giornalisti, ma di un’ingiustizia nei confronti di tutti i cittadini del mondo. La libertà di espressione è un diritto sacrosanto che protegge la democrazia, la giustizia e la verità. Il diritto di raccontare una guerra è una responsabilità che dobbiamo alla storia e alle generazioni future. Senza di esso, la nostra capacità di comprendere, valutare e impegnarci nei dibattiti critici alla base del nostro futuro sarebbe gravemente compromessa. Chiediamo a Israele di consentire alla stampa internazionale l’accesso a Gaza, per permetterci di adempiere al nostro dovere di informare e di assicurare al mondo una visione completa e accurata di ciò che sta accadendo. Questa richiesta non è solo nel nostro interesse, ma nell’interesse di tutti coloro che credono nei valori della democrazia, della verità e della giustizia. Chiediamo a Israele di consentire la copertura giornalistica di questa guerra cruciale. La nostra libertà e il nostro futuro dipendono da questo.