L’Antitrust contro Sky e Dazn: offerte ingannevoli ai consumatori
Aperte due distinte istruttorie dopo la denuncia delle associazioni
Aperte due distinte istruttorie dopo la denuncia delle associazioni
A sole due giornate dall’inizio del campionato i due principali titolari dei diritti tv serie A sono finiti nel mirino dell’Antitrust. Con un comunicato stampa l’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha dichiarato l’avvio di due procedimenti istruttori per Sky Italia e per Dazn, gestita dal gruppo britannico Perform, in seguito a numerose segnalazioni di cittadini e associazioni. L’intento è quello appurare l’esistenza di condotte commerciali scorrette ed eventuali violazioni dei diritti dei consumatori.
Per quanto riguarda Sky i comportamenti sotto istruttoria riguardano la commercializzazione dei diritti tv della nuova stagione calcistica. Il pacchetto 2018-2019 infatti è stata pubblicizzato senza fare menzione dei limiti di fascia oraria nella trasmissione delle partite. Il rischio è che il consumatore potrebbe essere incentivato ad abbonarsi senza essere adeguatamente informato sui i termini del contratto. Anche per chi è già abbonato l’emittente satellitare potrebbe nascondere delle insidie. L’azienda viene accusata di aver unilateralmente ridotto l’offerta delle partite di Serie A, da 10 a 7 match trasmessi, senza però diminuire il costo del pacchetto. E senza informare adeguatamente i clienti del cambiamento. Gli abbonati sarebbero indotti a rinnovare l’abbonamento ignari del ridimensionamento dell’offerta.
Sotto accusa anche Dazn, il cui slogan pubblicitario «quando vuoi, dove vuoi» potrebbe essere considerato condotta commerciale aggressiva. L’eccessiva enfasi sulle potenzialità della piattaforma, infatti, ometterebbe le notevoli limitazioni tecniche a cui il pieno funzionamento del servizio di streaming è sottoposto, in primis quello di una connessione internet a banda larga. L’altra scorrettezza di cui Dazn sarebbe accusata è di non aver adeguatamente chiarito le condizioni del mese di prova gratuito. Infatti la pubblicità del mese di prova l’utente stipula automaticamente un contratto di rinnovo con l’azienda. In caso di volontà di rescissione l’utente deve adoperarsi per dismettere il contratto avviato con il mese di prova. L’offerta di un mese di prova «senza contratto» sarebbe quindi una dicitura ingannevole da parte dell’azienda. Dazn, già presente in diversi paesi, è sbarcata in Italia nel luglio scorso, e si è aggiudicata subito i diritti allo streaming della Serie B e di tre incontri di Serie A a ogni turno.
La stagione calcistica è ancora all’inzio, e l’ingresso di nuovi attori nel mercato dei diritti sta gia portando scompiglio tra aziende e consumatori. L’istruttoria dell’Autorità garante infatti se dovesse avere seguito creeebbe i presupposti per un class action ai danni delle aziende.
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