Nel dicembre del 1959 la Mitsui, una delle più grandi zaibatsu nipponiche, notificava ai suoi 1278 lavoratori delle miniere di carbone di Miike, nel Giappone meridionale, l’imminente licenziamento, dovuto alla ristrutturazione delle politiche energetiche nel paese. La reazione dei lavoratori fu massiccia e nel biennio 1959-60 sfociò prima nella creazione di un nuovo sindacato e successivamente in una serie di scioperi e proteste fra le più grandi mai avvenute nell’arcipelago fin a quel momento. Se le proteste e le rivolte che animarono il Giappone alla fine degli anni sessanta, contro la costruzione dell’aeroporto di Narita, a Okinawa ma anche per...