«L’anniversario dell’Ucraina sia giornata di pace nelle scuole»
Congressi Cgil Prima giornata a Perugia dell'assise Flc. La proposta del segretario Sinopoli. Lectio magistralis di Giorgio Parisi. Valditara fa marcia indietro sulle gabbie salariali
Congressi Cgil Prima giornata a Perugia dell'assise Flc. La proposta del segretario Sinopoli. Lectio magistralis di Giorgio Parisi. Valditara fa marcia indietro sulle gabbie salariali
«Chiediamo ai ministeri dell’Istruzione (e del Merito) e dell’Università che il 24 febbraio, anniversario dell’invasione dell’Ucraina, sia proclamata giornata di mobilitazione nazionale per la pace e la convivenza democratica, promuovendo nelle istituzioni scolastiche e negli atenei momenti corali di riflessione». Francesco Sinopoli, segretario generale della Flc Cgil lancia la richiesta in apertura del V Congresso nazionale della federazione, a Perugia. Città scelta non a caso: sul palco la bandiera originale con cui Aldo Capitini sfilò nella prima marcia per la Pace Perugia – Assisi, il 24 settembre del 1961. La Flc Cgil aveva già fatto la stessa richiesta all’indomani dello scoppio della guerra ai ministri Bianchi e Messa, «ma se anche ora non ci sarà risposta – annuncia Sinopoli – la giornata andrà costruita con una mobilitazione dal basso». Il titolo scelto per il congresso è appunto “Lezioni di Pace” perché «è determinante nell’iniziativa per la pace rilanciare il ruolo della scuola e di tutti i luoghi della conoscenza che sono luoghi di cooperazione, l’opposto del conflitto». La lectio magistralis è affidata al Nobel per la Fisica Giorgio Parisi che si sofferma proprio sul ruolo che ha avuto la comunità scientifica in passato nel fermare le armi nucleari e su quello che dovrebbe avere oggi: «Gli scienziati devono nuovamente spingere i governi a parlarsi tra loro».
Questione salariale, lavoro povero, dispersione scolastica, tutto si tiene insieme perché come spiega Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, «per avere la pace bisogna che la gente abbia il diritto di poter lavorare, di vivere dignitosamente». «Bisogna fermare la guerra – dice Landini – per affermare che la pace è la condizione per affrontare seriamente i temi che abbiamo di fronte: i salari che non permettono più alle persone di arrivare alla fine del mese, l’evasione fiscale, le diseguaglianze che crescono perché i giovani sono di fronte a una precarietà senza fine». E ribadisce: «L’Europa non spenda soldi in armi, ma per la sanità e per garantire l’istruzione, per creare lavoro e non per distruggerlo». Dalle delegate e dai delegati emerge inoltre il no «forte, netto, non negoziabile» all’autonomia regionale disegnata da Calderoli, perché «è sull’istruzione che si gioca la partita decisiva per i prossimi anni». A tal proposito Sinopoli ha ricordato il paradosso del Pnrr: «Per contenere la dispersione scolastica le risorse sono finite laddove questo fenomeno non c’è. I rischi di deriva delle politiche autonomiste erano già stati intuiti e infatti lo si è dimostrato con la logica competitiva con cui si è affermata l’autonomia universitaria, con la penalizzazione degli atenei del sud». Per il segretario generale Flc «quella che viene delineata da questo governo è una scuola che forma soldatini più che cittadini, con l’orizzonte esclusivo dell’occupabilità in un mercato del lavoro povero precario». No secco quindi anche all’alternanza scuola lavoro (Ptco). Secondo Landini «ha provocato disastri fino a far morire delle persone, non può essere uno sfruttamento, un far lavorare surrettiziamente dei giovani in quel modo». Nel corso della giornata arriva anche, fra gli altri, il saluto video del titolare del Miur, Giuseppe Valditara: Ancora rammaricato per «l’errata comprensione delle sue posizioni sulle gabbie salariali», il ministro, dimenticate le accuse al sindacato, ha chiesto cooperazione. «Da parte nostra – risponde la Federazione delle lavoratrici e dei lavoratori della conoscenza – siamo disponibili ma continueremo a lottare per giuste e dignitose retribuzioni e il rafforzamento del contratto nazionale a garanzia dei diritti di tutto il personale della scuola».
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