L’autosospensione non basta, ci vogliono le dimissioni: è la decisione presa dall’Associazione nazionale magistrati, che ha riunito ieri il suo parlamentino per affrontare il caso Palamara e i sui riflessi nel Consiglio superiore della magistratura. Martedì quattro componenti del Csm si sono messi in stand by perché coinvolti, ma non indagati, nell’inchiesta della procura di Perugia intorno alla nomina del nuovo capo del tribunale di Roma, dopo il pensionamento di Giuseppe Pignatone. Una cordata capeggiata dal pm capitolino Luca Palamara, leader di Unicost, capace di coinvolgere i togati della sua stessa corrente e di Magistratura indipendente con, alle spalle, i...